(M. Pinci) – «Basta sciocchezze, pensiamo a vincere». Un colpo di spugna, edulcorandone la forma, alle polemiche delle ultime ore, unendo sotto la bandiera bipartisan dei risultati le fazioni di criticati e criticanti.Quando ieri Daniele De Rossi ha varcato i cancelli di Trigoria aveva ancora sullo stomaco le parole al vetriolo di Zeman nei suoi confronti. Inevitabile, allora, prima ancora di scendere in campo con il suo grande accusatore, che il centrocampista abbia fatto tappa, un broncio stampato sul viso, nelle stanze dei dirigenti. Per chiedere a Baldini e Sabatini il perché di quello sfogo anche duro. Raccogliendo prima il pugno di Walter Sabatini: «Basta sciocchezze, pensiamo a vincere». Poi, anche una carezza: «Zeman non ha nulla contro di te, è soltanto il suo modo di stimolarti, come ha fatto con Lamela e prima ancora con Totti». Poco abituato, Daniele come i suoi compagni, ai modi del tecnico. Che certamente non ha scelto il campo per alleggerire la tensione. Nelle prove tattiche in vista di Roma-Fiorentina di domani il boemo ha scelto un centrocampo senza il capitan futuro, preferendogli Bradley, Tachtsidis e Florenzi. Se non altro, però, De Rossi torna titolare davanti alla camera: sarà lui, infatti, il protagonista del nuovo spot Volkswagen.Sembra invece pronto a tornare Lamela: provino positivo, medici, tecnico e giocatore convergono sulla possibilità di averlo a disposizione. Anche solo in panchina, nonostante il problemino di Osvaldo al piede: superabile per sabato. E anche il fastidio al tendine d’Achille di Pjanic preoccupa meno.
LA REPUBBLICA Caso De Rossi, interviene Sabatini: “Ora basta, pensiamo a vincere”
Poche ore dopo il confronto con De Rossi il dg Baldini era sul palco del festival “Più Libri, Più Liberi”. Per parlare di passione e business nel calcio: «Unicredit ha consentito alla Roma di iscriversi al campionato, poi ha scelto il miglior partner possibile cui dare il 60 per cento del club e sta lavorando per trovare i soci migliori per il 40 per cento. Beretta in Lega? Noi crediamo serva un presidente che non abbia conflitti di interessi e si dedichi unicamente all’impegno. Ma da cambiare è tutta la governance ».