(M. Pinci) – Roma-Fiorentina divide il romanista confuso: per chi tifare? Per Zeman, profeta che qualcuno aveva già iniziato a deridere, e Baldini, rappresentati in campo dai volti ancora poco conosciuti di Bradley e Destro. Oppure per quelli rassicuranti, familiari, di Montella e Pradè, Aquilani e Toni?
Il tifoso, che negli incastri tra vecchi e nuovi deve aver perso l’orientamento, mugugna sul nome del boemo riservando caldi applausi di bentornato per l’ex aeroplanino. Manca soltanto il coro, “e-vincenzomontellaolè”, per avere la sensazione di vivere in una sorta di flashback. I fischi rumorosi ad Aquilani riportano un pochino sulla terra chi temeva di essersi distratto.
Il tifoso smarrito ritrova le proprie coordinate soltanto quando a monopolizzare la scena è chi l’idolo di ieri e di oggi. Lo speaker lo invoca: “Francescooo”. Lo stadio sa cosa rispondere: “Totti!”, strillano tutti per la duecentoventesima volta. E fatto 220 perché non fare 221?L’entusiasmo si fa contagioso, al punto che Zeman decide persino di concedere spazio al “nemico” De Rossi. Meglio non esagerare, visto che dagli spalti avevano ampiamente manifestato le proprie preferenze. Prima con cori unanimi, “Daniele-de-rossi, e-eh, ooh”. Poi, per ribadire il concetto, con uno striscione: “Daje Daniè, ricominciamo”.
Zeman ricomincia a utilizzarlo facendo tutti contenti. Forse anche Montella, che a bordo campo dimentica ruolo e bandiera e raccoglie un pallone vagante esibendosi – tra gli applausi – in palleggio disinvolto. Come quando su quel campo giocava. Vuoi vedere che il flashback ha colpito anche lui?