(M. Pinci) – Non bastano le cinque vittorie in fila. Non basta giocare contro un avversario che in casa non ha mai battuto la Roma in 11 confronti, né tantomeno poter contare su un attacco che, dall’inizio della stagione, non si è preso ancora una sola giornata di vacanza. L’inquieto Zeman, a 180 minuti dalla fine dell’anno solare, chiede cautela: «Dobbiamo stare attenti a non sottovalutare il Chievo». Parole di chi conosce i rischi che nella capitale può provocare l’euforia, soprattutto in ragione di alcuni limiti dei suoi giocatori. La gomitata di Osvaldo in coppa Italia, per esempio, al tecnico non è proprio andata giù: «Lo vorrei più equilibrato, anche se non tutti hanno lo stesso carattere. Spero cresca e capisca cosa serve e cosa è dannoso».
Un colpo al centravanti, nonostante il tecnico riconosca che «quando lui sbaglia se ne rende conto». A Verona potrebbe comunque preferirgli Destro, attualmente in vantaggio nelle gerarchie dopo le frizioni tra Zeman e l’italoargentino: dalla scelta dell’attaccante di non sottoporsi a infiltrasemmai, zioni a Siena, a quel «pensano ai fatti propri» rivolto a ottobre a lui e De Rossi. Con cui, invece, qualcosa sembra essere cambiato: «Adesso Daniele partecipa attivamente all’allenamento — giura Zeman — sta bene fisicamente e di testa». Eppure in campo il boemo potrebbe preferirgli Tachtsidis. Perché «con De Rossi si mantiene il possesso palla, con il greco il gioco è più veloce». In fondo la formula funziona: «Ora la squadra si sta esprimendo bene, bisogna vedere se chi gioca meno farebbe meglio».
Non cambierà neanche per le diffide di Castan e Bradley, Pjanic e Lamela, a rischio squalifica con il Milan: «No, sceglierò i migliori». In attacco, al fianco di Totti che insegue il gol numero 100 in trasferta, favorito il bosniaco sull’argentino: «Con lui c’è più equilibrio». Potrebbe cambiare qualcosa, se fossero situazioni meteorologiche a obbligarlo: «Spero — sbuffa il boemo — che le condizioni del campo ci permettano di giocare a calcio. Certo che con un terreno pesante dovremmo giocare più lungo, condizionando le scelte tecniche ». Escluse precipitazioni, i teloni posti sul campo e la recente rizollatura del manto del Bentegodi dovrebbero garantire un fondo accettabile, anche se i precedenti su campi in condizioni limite — da Parma al derby — agitano l’inquietudine di Zeman. Ancora incerto invece se preferire in porta Goicoechea, portiere che«partecipa di più», o Stekelenburg, tra i due quello che “para meglio”. Chi pensa che sia questa la prima qualità richiesta a un portiere, rischia di restare deluso.