(F. Maccheroni) – Quando cala il sole, a Trigoria fa sempre freddo. Non è cambiato niente da anni. Anche se James Pallotta è simpatico, veste da gita ai monti piuttosto che da presidente di club o da manager, se dice «All right, ready?» e fa venire in mente l’Americano a Roma di Alberto Sordi («olrait, olrait, America me senti?»), non cambia niente. I verbi sono declinati sempre allo stesso modo: faremo, vinceremo, costruiremo, vedranno (i tifosi), capiranno (sempre i tifosi). L’appuntamento più vicino è il 3 gennaio, quando Italo Zanzi (presentato ieri) si immergerà a tempo pieno nel nuovo ruolo:CEO. Come noi vi sarete domandati che cosa significhi: amministratore delegato. E prenderà il posto di Mark Pannes, che ieri ha salutato e augurato buon Natale a tutti. Zanzi parla del grande pubblico romanista, di «Roma Campione» e ha un fisico da buttafuori.
Speriamo butti fuori qualche problema. Perché ce ne sono, nonostante le parole di Pallotta, che dice di essersi divertito a leggere quante squadre ci sarebbero dietro De Rossi. E chiama in causa anche Baldini, il quale conferma: Danielino non si vende. Bene, ma che ci fanno con DDR se Zeman non lo fa giocare? Questo non lo dicono. Pallotta assicura che entro cinque anni ci sarà lo stadio, che non è alla guida della Roma per divertimento e che, finché resterà qui, si procederà a investire sulla squadra. L’obiettivo stagionale è la Champions. Se non arriva, gli dispiacerà (anche ai tifosi). Erano presenti Baldini, Baldissoni e Fenucci. Mancava Sabatini. Aveva da fare per De Rossi. Ma no, scherziamo.