(E. Currò) – Risalito in un solo mese dai margini della zona retrocessione a meno 6 punti dal terzo posto, cioè dalla zona Champions che negli ultimi anni ha sempre rappresentato l’obiettivo minimo, il Milan si gusta una rimonta formidabile. “Vi garantisco che riporteremo la squadra in alto”, è stata la promessa di Galliani alla festa degli Ultras, dopo la vittoria di San Siro col Pescara. La partita di sabato prossimo all’Olimpico, a questo punto, è molto più di un semplice scontro diretto con una rivale per i posti delle qualificazione alle coppe europee. La Roma, sesta in classifica, ha soltanto 2 punti in più e il Milan in teoria mira a scavalcarla, chiudendo il 2012 tra le prime sei: un traguardo che, quattro settimane fa, sembrava pura utopia.
LA SFIDA DI ALLEGRI – Per l’allenatore, in particolare, il duello con Zeman rappresenta un momento cruciale: gli servirà anche per misurare gli effettivi progressi tecnici e tattici. “La Roma è tecnicamente molto forte ed è forse l’avversaria, nel campionato italiano, che sa creare più occasioni da gol. E noi, se vogliamo diventare una grande squadra, dobbiamo migliorare soprattutto nella fase difensiva”. Significa che Allegri non considera ancora il Milan competitivo per lo scudetto, malgrado nelle ultime 9 giornate abbia fatto più punti di tutti (20). E significa che proprio la Roma, assimilabile ai rossoneri per il rinnovamento in corso e per le prospettive di crescita, sarà il migliore metro di paragone possibile per Allegri. Lui, passato in pochissimo tempo dal rischio dell’esonero all’ipotesi credibile della riconferma nella prossima stagione, ha promesso agli ultrà che la squadra continuerà a migliorare. “Ci davano per morti o addirittura candidati alla serie B. Invece possiamo fare una grande stagione”.
IL TRIONFO DEGLI UNDER – L’abbattimento dell’età media (contro il Pescara era di 26,6 anni) e del monte stipendi può essere considerato il successo più importante della stagione, ben prima che l’annata sportiva si chiuda. Sono proprio i giovani, infatti, l’asse portante del gruppo. El Shaarawy, capocannoniere con 14 gol e ultimamente anche efficace uomo-assist. De Sciglio, sempre più autorevole in campo e intraprendente come un veterano al punto da essere entrato tra gli osservati speciali di Prandelli per la Nazionale. Bojan, titolare o ricambio di lusso per l’attacco. E adesso anche Niang, che sta per compiere diciott’anni ma si ritaglia uno spazio meritato. L’elenco delle novità è già lungo, ma Berlusconi assicura che s’infoltirà ancora. “Da adesso in poi prenderemo soltanto i giovani Under 22 migliori in giro per il mondo: ne stiamo valutando un centinaio”. E’ la linea programmatica da poco teorizzata dalla figlia Barbara in un’intervista all’Equipe e sposata da tempo da Galliani. “I campioni si possono fabbricare in casa”.
CONTO ALLA ROVESCIA – Ma l’euforia per i risultati del campionato non può fare dimenticare che il vero parametro della propria forza, per il Milan, è sempre stato il confronto con i grandi club d’Europa. Così, dato per scontato che quest’anno non sarà ancora possibile misurarsi con la Juve per lo scudetto, c’è grande attesa a Milanello per il sorteggio di giovedì prossimo a Nyon, dove Allegri scoprirà l’avversaria degli ottavi di finale di Champions League. Nonostante l’handicap del secondo posto nel girone vinto dal Malaga, che imporrà lo scontro con una delle vincitrici di gruppo (Malaga e Juve esclusi), il Milan sta cominciando a pregustare la possibilità di entrare contro pronostico tra le prime 8 d’Europa. Soltanto Barcellona e Bayern vengono considerate quasi insuperabili. Contro una tra Manchester United, Schalke, Borussia Dortmund e Psg il pronostico non è chiuso in partenza. Ma soltanto il campo potrà dire la verità sul livello internazionale di questo Milan, rifondato dopo l’addio di Ibra, di Thiago Silva e dei senatori del ciclo ancelottiano.
IL BRASILE CHIAMA – Ovviamente molto dipenderà anche dal mercato di gennaio: qualche rinforzo sembra indispensabile proprio per reggere la concorrenza europea. Le suggestioni di Balotelli e Pastore vengono per ora respinte da Galliani, che ricorda come sia innanzitutto necessario sfoltire l’attuale rosa di 32 giocatori. Tuttavia l’infortunio di De Jong e le verosimili cessioni, in prestito e non, del portiere Gabriel e di Traoré, Carmona, Valoti, Didac Vilà e Flamini, di fatto la riducono già a quota 26. Diventa dunque fondamentale, anche dal punto di vista dei ricavi per l’eventuale reinvestimento nella campagna acquisti, la sorte dei due brasiliani più celebrati. Robinho ha la saudade, alimentata da Santos, Flamengo e Atletico Mineiro. “Se non si sente di restare, è giusto che vada”, è il commento del capitano Ambrosini. Sulla vicenda di Pato, invece, si attendono sviluppi nelle prossime ore: il Corinthians, subito dopo la conquista del Mondiale per club in Giappone, ha manifestato ufficialmente la volontà di ingaggiarlo a gennaio. Ma Berlusconi, nei giorni scorsi, aveva dichiarato che il club non ha alcuna intenzione di cederlo.