(S. Carina) – Chissà se i Maya pensavano al Milan quando profetizzavano la fine del mondo. Pur rimanendo con il dubbio, la valanga giallorossa che li sommerge nella prima mezz’ora di gioco – a meno di clamorose rimonte che al momento appaiono improbabili – fa calare il sipario in anticipo sulle velleità di Champions per il prossimo anno. E visto che negli ottavi di finale a febbraio l’urna di Nyon ha riservato il Barcellona, la possibilità che Galliani e soci siano prossimi ad una rifondazione è molto probabile.
DISARMANTE Nonostante la debacle, nel post-gara Allegri prova a difendere l’indifendibile: «E’ normale che se alla Roma concedi campo, rischi di fare brutte figure. Siamo stati poco aggressivi sulle ripartenze, eravamo lunghi, temevano troppo il loro contropiede. Anche se poi è stata una partita strana: Amelia ha fatto una sola parata sullo 0-0. A volte le partite vanno in un certo modo, noi ci abbiamo messo certamente del nostro. Alla fine abbiamo fatto anche una buona partita. Dopo una buona striscia di risultati arriva questo ko, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo recuperato tanti punti, siamo a -9 dal secondo posto e cercheremo di chiudere a 30 punti per poi puntare tutto sul girone di ritorno. Si passa troppo facilmente dalle stelle alle stalle. Non è che prima di questa partita potevamo lottare per la Champions e ora siamo tagliati fuori. Ci vuole equilibrio». Quello che il Milan non ha certamente mostrato ieri sera.
SOGNA LA ROMA. Chi esce invece rigenerata dalla notte dell’Olimpico è la Roma. Davanti al presidente Pallotta – che nel pre-gara alla Rai dichiara: «Quando costruiremo il nuovo impianto? Presto» – Zeman ritrova, dopo la parentesi sfortunata di Verona, la squadra che aveva entusiasmato contro la Fiorentina. E lo fa, con De Rossi in campo, rigenerato nel ruolo di regista, Pjanic al suo fianco in mediana e con il tridente Lamela-Osvaldo- Totti. Il tecnico boemo non lo ammetterà mai, ma in molti frangenti i due mediani Bradley e De Rossi abbassandosi hanno trasformato il modulo in una sorta di inedito 4-2-3-1 con Totti libero di spaziare e l’accoppiata Lamela-Osvaldo in veste di cecchini implacabili. Sorride anche Pjanic: «Siamo stati superiori al Milan. Dovevamo vincere per rimanere in gioco per il secondo e terzo posto. Abbiamo giocato con sicurezza. Le incertezze nel finale? Si poteva evitare ma in dieci non era facile. Siamo a quattro punti dal secondo posto, non dobbiamo fermarci. A gennaio avremo un tour de force e dovremo farci trovare pronti. De Rossi? Non servono le parole».
Parola a Zeman: «Sono contento della prestazione. Non so se è la migliore, visto che con la Fiorentina c’è stata maggiore continuità. De Rossi? Ha giocato benissimo e non solo per l’assist a Lamela.. L’arbitro? Sul rigore c’è fuorigioco di Muntari e anche l’espulsione di Marquinhos è a 40 metri dalla porta…Perché siamo antipatici? Visto che il calcio si è sempre giocato tra Milano e Torino, è normale che abbiano più peso. Nella storia qualche vantaggio lo hanno avuto, o sbaglio?». Per una sera, però, tutto passa in secondo piano.