Per la prima volta domani, nel corso della sua riunione prevista a Losanna, il comitato esecutivo dell’Uefa esaminerà la possibilità che l’Europeo 2020 si svolga in una dozzina di città di paesi diversi. Una sorta di competizione itinerante. L’idea era stata lanciata dallo stesso presidente dell’Uefa Michel Platini lo scorso mese di giugno. Il francese aveva motivato la proposta basandosi su due argomenti: il 2020 segnerà il 60/o anniversario del campionato d’Europa e quindi si potrebbe festeggiarlo in modo inusuale. Ma è soprattutto il fattore economico che figura alla base della proposta: perchè, in un periodo di grave crisi economica nel continente, costringere un paese a moltiplicare gli investimenti su stadi, trasporti, alberghi e non impiegare invece le infrastrutture già esistenti un pò ovunque in Europa? Una domanda tanto più pertinente che l’Europeo, dal 2016, riunirà 24 nazionali e non più 16.
Un torneo quindi con una partita a Berlino, una a Roma, a Londra, Stoccolma, Mosca, Basilea, Madrid o Istanbul o qualsiasi altrà città interessata già dotata di uno stadio a norma. «Da allora vi sono state varie discussioni informali nell’ambito di apposite commissioni, ma domani sarà la prima volta che il progetto sarà discusso ufficialmente dall’esecutivo», spiega il servizio stampa dell’Uefa. Una decisione definitiva in proposito non dovrebbe tuttavia essere presa domani, ma il «governo» dell’Uefa esaminerà i pro ed i contro della strada proposta da Platini rispetto a quella «tradizionale», con candidature uniche o congiunte.
Finora vi sono tre «aspiranti»: la Turchia, il raggruppamento Scozia-Irlanda-Galles e quello Georgia-Azerbaigian hanno espresso un interesse ad organizzare l’Europeo 2020. In funzione della decisione finale dell’esecutivo, che potrebbe intervenire in occasione della riunione del 24 e 25 gennaio 2013 a Nyon, la procedura di candidatura potrebbe cambiare radicalmente. Difficile fare pronostici, in quanto, passata la sorpresa per questa nuova idea, alcuni paesi la stanno valutando in modo più positivo. La federazione tedesca è ad esempio possibilista: è vero che le distanze sarebbero molto più importanti che in un Europeo «tradizionale», ma non sarebbero superiori a quelle che dovranno sostenere le nazionali al Mondiale 2014 in Brasile. Negli scorsi giorni invece la Fifa, tramite il suo segretario generale Jerome Valcke, ha espresso perplessità: «una simile iniziativa distruggerebbe lo spirito della competizione», ha detto.
La federcalcio mondiale non può però vietare all’Uefa di organizzare i propri tornei come meglio crede. Sempre in tema di Europeo, l’Uefa deciderà domani il «format» della fase finale 2016, che si svolgerà in Francia. Trattandosi del primo Europeo con 24 squadre, un adattamento è inevitabile: probabilmente verranno formati sei gruppi da quattro squadre. Potrebbero anche essere introdotti ottavi di finale, con le due prime di ogni girone e le migliori quattro terze qualificate, sul modello dei Mondiali fino al 1994, ma non è scontato. Per il resto, l’esecutivo si pronuncerà sull’impiego dei giudici di porta alla fase finale dell’Europeo Under 21 nel 2103 in Israele, designerà le sedi dei Congressi per 2014 e 2015 e farà un punto sui vari tornei giovanili.
Fonte: ansa