Anno 2013, alla Roma di Zeman manca ancora la vittoria in campionato dopo quattro gare giocate. Sul campo di Bologna il risultato finale è 3-3, con i giallorossi prima in vantaggio, poi vicini alla sconfitta, in un match rocambolesco, divertente per gli appassionati di calcio, ma privo di importanti spunti tattici difensivi. Il campionato ormai assume una forma più che preoccupante: con il sorpasso del Catania e l’allungo del Milan diventa sempre più complicata la corsa per l’Europa. Fanno riflettere le affermazioni del Boemo a fine gare, che si dichiara soddisfatto, forse ironicamente, per aver recuperato un punto sulla Lazio.
Definitivamente ridimensionate, quindi, le aspettative di inizio stagione, che vedevano la la compagine romanista come anti-Juve. A gennaio è l’unico obiettivo realizzabile è la conquista della qualificazione ad una competizione europea grazie alla finale di Coppa Italia, visto l’altalenante rendimento in campionato, che dalla ripresa continua a compiere passi indietro.
GOICOECHEA. Inutile commentare le carenze tecniche dell’estremo difensore uruguagio, che ormai sono evidenti agli occhi di tutti, ma non riesce assolutamente a trasmettere sicurezza al reparto arretrato. Balzaretti, dopo aver deviato in calcio d’angolo una palla facile da controllare, si lamenta nei confronti del compagno, che non si propone per ricevere il retropassaggio nè lo avvisa del mancato pressing avversario. In occasione della rete di Pasquato, invece, esce in anticipo su Burdisso, che avrebbe allontanato la palla dall’area senza rimetterla al centro. Non è pronto per la nostra Serie A, ancora non si riesce a capire perchè debba giocare.
LA DIFESA. Lo ripetiamo da diverse settimane: Burdisso e Castan sono assolutamente incompatibili, avendo ambedue le caratteristiche del leader difensivo, ma non la velocità e la fisicità di Marquinhos. Sbagliano spesso il fuorigioco: quando l’argentino sale, il brasiliano segue a uomo, e viceversa.
Sui calci piazzati continuano a difendere a zona, scelta che Zeman ha dichiarato far parte della sua filosofia, ma anche questa situazione mette in difficoltà la retroguardia. Difficile tener alta la linea, altrettanto difficile rincorrere l’avversario: in questi casi la marcatura ‘mista’ sembrerebbe più adatta, dato che garantirebbe almeno la copertura sui più forti saltatori avversari.
IL CENTROCAMPO. Tachtsidis finalmente segna, e tutti ci auguriamo che questa realizzazione lo aiuti a sbloccarsi anche dal punto di vista del gioco, ma ancora appare lento e indietro tatticamente. In fase difensiva lascia sempre un ‘buco’ centrale, sbaglia puntualmente i tempi di interdizione: qui si capisce quanto De Rossi sia importante, a prescindere dalla presenza di un calciatore tecnico accanto a sè.
Bradley è la notizia migliore della giornata: macina chilometri, recupera palloni e, soprattutto, questa volta sbaglia pochissimi passaggi. Il reale regista della Roma è lui, che mostra sicuramente più personalità rispetto al compagno di reparto greco. Anche Florenzi appare in crescita, dopo l’appannamento mostrato ad inizio anno: sua la rete del vantaggio, anche se deve molto all’assist del Capitano.
L’ATTACCO. Più che un tridente vediamo due trequartisti in appoggio di Osvaldo. Totti e Pjanic si scambiano spesso posizione, incrociandosi e cercando di scambiar spesso la palla tra loro; davanti Osvaldo sgomita e cerca spazio tra Antonsson e Soerensen, e gli riesce abbastanza bene. Come sempre l’attacco produce, l’italo-argentino segna una rete, nonostante ne sbagli altre due.
Poco può dirsi agli attaccanti, che tengono sempre a galla la Roma: l’unica fase curata con attenzione sembra proprio quella offensiva.
A cura di Luca Fatiga