Maurizio Molinari, corrispondente dagli Stati Uniti de “La Stampa” è intervenuto per parlare dell’articolo a sua firma e ha spiegato cosa ha realmente detto il Presidente James Pallotta nell’intervista pubblicata sul quotidiano piemontese:
Tu ti occupi di esteri a New York,hai seguito la campagna elettorale di Rombey e Obama. Oggi parli di Pallotta che hai incontrato in un pub a New York.
“È stato un incontro positivo fra il presidente e i tifosi. Primo, perché il comportamento personale del Presidente è stato di assoluta disponibilità, con domande ai tifosi sulle loro vicende personali. In secondo luogo per la fiducia che ripone nel progetto stadio: avrà le fattezze del Colosseo, con musei e ristoranti seguendo il tipico modello americano. Infine su Zeman: lui si aspetta dei risultati e chi conosce il sistema delle relazioni aziendali nel mondo della business community in America, vuol dire che pretende sempre il massimo dai suoi manager. Alla fine dell’incontri tutti erano soddisfatti, soprattutto i tifosi che a cuore aperto hanno potuto parlare con il presidente”.
Sponsor tecnico? A Roma circola l’indiscrezione sull’Adidas? Nel tuo pezzo parli della Nike.
“Il chiaro riferimento è al modello Barca che di conseguenza evoca la Nike. Chi conosce Pallotta sa che è un protagonista della borsa, un Head Found il suo, ed è abituato a guidare le trattative. Non possiamo escludere che ci sia una trattativa con sponsor diversi per dare alla Roma la miglior condizione possibile”.
Il tuo pezzo è stato smentito dalla società per alcune inesattezze. Cosa hai pensato?
“Il primo pensiero non è stato al contenuto ma alla differente lettura che alle stesse frasi viene data dalle due diverse culture di comunicazione. In Italia metter pressione sembra un atto di sfiducia, in America di fiducia. La smentita della società era per parare il colpo sulla possibile reazione mediatica”.
È cambiato il modo in cui viene considerata la Roma dopo l’ingresso di Pallotta?
“È sicuramente un’operazione di marketing importante, Pallotta, DiBenedetto e Tacopina sono personaggi noti anche in altri frangenti. È sicuramente un aspetto molto positivo per la Roma, loro hanno in mente il modello Barcellona anche per il ritorno economico e d’immagine. Hanno poca pazienza essendo americani e vogliono risultati. Come puó confermare anche Monti,il primo obiettivo dell’investitore americano è ricavare del profitto nel giro di 3 anni”.
Cordata straniera vista con sfiducia?
“Noi siamo nati e cresciuti in un paese con un’identità forte, imponente. Ma quando il mondo diventa globale, puó accadere che delle società straniere possano diventare importanti in Italia al fine di creare lavoro e prosperità. Una scommessa da vincere perche chiudere le porte agli investitori stranieri potrebbe essere controproducente”.
Fonte: rete sport