Cambiare tutto per non cambiare niente. E’ l’estrema sintesi di quanto sta accadendo alla Roma, ferma allo stesso punto in cui si trovava un anno fa. Il passaggio da Luis Enrique a Zeman, infatti, non ha portato i risultati sperati a Trigoria e anzi, come testimoniano i numeri, dopo 20 giornate la formazione giallorossa si ritrova nella medesima posizione di classifica della passata stagione (sesta) e con gli stessi punti (32).
Cifre che, appesantite dalle due sconfitte di inizio anno a Napoli e Catania, fotografano da un lato una Roma sempre piu’ lontana dal terzo posto, e dall’altro vicinissima a una crisi che potrebbe aprirsi in maniera definitiva se dovesse arrivare l’eliminazione dalla Coppa Italia. La gara di mercoledi’ contro la Fiorentina, e il successivo impegno di campionato all’Olimpico contro l’Inter, entrambi senza poter contare su Francesco Totti (ko a causa di una elongazione al retto femorale sinistro), gia’ rappresentano per Zeman il bivio della stagione.
Il tecnico boemo, intanto, alla ripresa degli allenamenti e’ stato protagonista di un faccia a faccia con Baldini e Sabatini. I dirigenti hanno chiesto spiegazioni al boemo su scelte di formazione (esclusione di De Rossi, quando gia’ si doveva rinunciare a Totti), prestazione e dichiarazioni (post partita) di Catania. Successivamente il direttore sportivo si e’ confrontato anche con alcuni giocatori, tra cui Destro (spronato a dare di piu’), Marquinho (richiamato dopo la reazione avuta contro il tecnico per la sostituzione), Bradley, Burdisso, e De Rossi, cui e’ stato detto di restare sereno.
La seconda esperienza di Zeman sulla panchina giallorossa, non piu’ cosi’ salda, sara’ comunque ricordata anche (o soprattutto) per il complicato rapporto avuto proprio con De Rossi, lasciato piu’ di una volta in panchina per scelta tecnica. L’ultima, a Catania, ha certificato quello che gia’ si sapeva: per Zeman il mediano di Ostia non e’ un titolare inamovibile. Non ha insomma quello status da intoccabile che per esempio Prandelli gli ha assegnato in Nazionale. ‘‘Ma non sono assolutamente preoccupato per la sua situazione – ha spiegato il ct azzurro – Daniele e’ un giocatore di grande qualita’ caratteriale e sapra’ uscire da questa situazione un po’ particolare’‘.
Situazione in cui i dirigenti giallorossi, almeno pubblicamente, non hanno voluto metter bocca (”De Rossi e’ importantissimo per quello che ha fatto e che puo’ fare alla Roma. Il mister pero’ decide per il meglio secondo le sue convinzioni e siccome abbiamo scelto Zeman, rispetteremo le sue decisioni” la linea dell’ad Fenucci). Diversa la situazione tra le quattro mura di Trigoria, dove Baldini e Sabatini hanno richiamato tutti alle rispettive responsabilita’ nei confronti di una proprieta’ tutt’altro che soddisfatta dall’andamento generale. E che a fine stagione, o forse prima, tirera’ le somme.
Fonte: ansa