Due punti in più rispetto allo scorso anno, ma anche una vittoria a tavolino. L’arrivo di Zeman sulla panchina della Roma fino ad oggi non ha portato molti dei risultati sperati e Luis Enrique dodici mesi fa era a 31 punti alla ventunesima giornata. Identica era la distanza dal terzo posto, dieci punti. Ma adesso di chi è la colpa? Pallotta e Baldini il mese scorso dichiararono che la mancata qualificazione in Champions sarebbe stata un fallimento tecnico e l’eventuale esclusione dall’Europa League addirittura sarebbe una catastrofe per una società che sta cercando di espandere il proprio marchio in tutto il mondo.
Domani sera contro l’Inter all’Olimpico i giallorossi dovranno vincere assolutamente per cercare di mettere una seria ipoteca su questa semifinale di Coppa Italia, il cui ritorno da mercoledì 30 gennaio è stato spostato al 17 aprile. In classifica la Roma è settima, superata dal Milan ha completato il sorpasso e con Catania, Parma e Udinese che premono da sotto. Il decimo posto è a tre punti. Nel biennio precedente a Roma (1997-1998 e 1998-1999), Zeman non aveva mai fatto così male e, ad oggi, solo una vittoria della Coppa Italia e un grande finale di stagione potrebbero far desistere i dirigenti ad esonerarlo a fine anno. La squadra quest’estate non verrà modificata nuovamente da capo dopo 106 milioni spesi in due anni. A Trigoria è tempo di riflessioni, per tutti: anche il tecnico ieri si è soffermato sulla partita di domenica scorsa con la squadra ma ancora qualcosa va risolto. Giocatori stanchi, il caso De Rossi (oggi esami per il suo problema muscolare), poco movimento degli attaccanti e poca cattiveria sotto porta. Tanti problemi, da risolvere al più presto per cercare di migliorare una stagione finora pessima.
Fonte: Corriere dello Sport