(F. Monti) – Al sesto tentativo, l’Inter è riuscita a prendere un punto a Roma.Fin qui aveva sempre perso in campionato con Roma (due volte) e Lazio (tre), questa volta ha racimolato un punto contro la squadra di Zeman, che non ha saputo sfruttare le occasioni avute soprattutto nel primo tempo, quando ha avuto in alcuni momento il controllo della partita. L’Inter, che dopo il 3-1 alla Juve aveva sempre perso in trasferta (Atalanta, Parma, Lazio, Udinese e Rubin Kazan), è riuscita a pareggiare in rimonta, dimostrando di avere personalità e gambe. Con maggiore attenzione nei passaggi negli ultimi venti metri, avrebbe a sua volta avuto l’opportunità di vincere, ma sarebbe stato un premio forse eccessivo. La Roma, che sperava in un avvio d’anno migliore, ha confermato di essere più squadra, ma l’Inter non ha mai avuto un atteggiamento passivo, fondamentale in questo senso il lavoro fatto da Livaja, inserito a sorpresa accanto a Palacio, e ha dimostrato serenità, quella che non si era vista a Udine nell’ultima parte di gara, quando ha subito un rigore non chiarissimo a metà primo tempo e ha avuto la forza per ripartire e arrivare al pareggio con Palacio.
Le due squadre, che si ritroveranno mercoledì ancora a Roma, per l’andata delle semifinali di Coppa Italia, hanno pagato in lucidità anche le tensioni dei supplementari giocati in coppa contro Bologna e Fiorentina, ma non si sono certo risparmiate. La Roma è partita forte e ha subito costruito pericoli in serie, con Totti, Lamela, Osvaldo (gol in fuorigioco, a bandiera alzata) e ha raccolto il frutto di quanto costruito con il rigore trasformato da Totti, per il suo gol n. 222: l’intervento di Ranocchia a terra su Bradley, su palla persa in mezzo al campo da Zanetti, è stato punito da Orsato, nonostante le proteste interiste. Qui la partita si è accesa, con continui colpi di scena: la Roma, con maggiore qualità in mezzo al campo e pronta ad esprimersi a ritmi alti, con triangoli e tagli efficaci, ha giocato meglio e con maggiore continuità, arrivando vicino al raddoppio in almeno tre occasioni, ma l’Inter ha avuto la forza di replicare, anche se con azioni spesso imperfette, affidate spesso a lanci lunghi sulla punta centrale, spesso isolata.
E se Osvaldo ha avuto due buone occasioni nel giro di 60’’ (doppia conclusione a lato), l’Inter, assai carente nell’esecuzione di angoli e punizioni, ha colpito il palo con Livaja (37’), ha obbligato Marquinhos a un salvataggio quasi sulla linea (42’) e alla fine è arrivata al pareggio: percussione di Guarin, palla in mezzo all’area per Palacio, nel recupero. Aperta dalla sostituzione di De Rossi (contrattura) e da una percussione di Palacio, nell’uno contro uno con Marquinhos, la ripresa ha offerto uno spettacolo di minor qualità, fra due squadre che si sono allungate e che hanno accettato anche di commettere molti errori, nel tentativo di arrivare al gol. La Roma ha avuto l’occasione buona con Osvaldo e poi sulla respinta di Handanovic con Totti, ma il portiere è rimasto freddo e ha rimediato in angolo ad una situazione per lui delicata. Ma l’Inter ha sempre avuto la forza per replicare, senza mai farsi schiacciare negli ultimi venti metri, trascinata soprattutto da Guarin, che ha cercato anche soluzioni irrazionali, ma che ha buttato in campo tutta l’energia possibile. La Roma ha cercato il forcing nell’ultimo quarto d’ora; l’uscita di Livaja ha fatto perdere un po’ di campo ai nerazzurri: Piris non è stato felice nella conclusione due volte; Lamela ha provato quello che sembrava il tiro giusto, ma ha trovato la mano di Handanovic, che ha consegnato ai suoi un punto utile per il futuro.