(G. Piacentini) – Archiviata la Coppa Italia fino al 17 aprile, quando è in programma la semifinale di ritorno contro l’Inter, al Meazza, la Roma si rituffa sul campionato. Nel lunchmatch di domenica a Bologna (ore 12.30, arbitra Giannoccaro) la formazione giallorossa è chiamata a quella che, visti i risultati degli ultimi tempi, avrebbe il sapore di un’impresa. I tre punti in trasferta, infatti, mancano da quasi due mesi: l’ultima delle quattro vittorie esterne—cinque considerando anche la gara non giocata a Cagliari, a cui fanno però da contraltare sei sconfitte—risale al 2 dicembre 2012, a Siena. Da quel giorno i giallorossi hanno raccolto solo dispiaceri (Chievo, Napoli e Catania) con l’unica eccezione della gara di Coppa Italia a Firenze. Quella di Bologna potrebbe essere l’occasione giusta per centrare i primi tre punti in campionato del 2013 e per invertire la rotta, soprattutto perché un risultato negativo rischierebbe seriamente di chiudere anticipatamente la stagione della Roma, già distante 10 punti dal terzo posto. In più, la squadra di Zeman deve farsi perdonare lo scivolone dell’andata, quando in vantaggio di due gol a venti minuti dalla fine, riuscì a perdere la gara e la faccia.
La buona notizia di ieri riguarda Marquinhos, uscito zoppicando dal campo mercoledì sera contro l’Inter. Il timore di un lungo stop è stato scongiurato dagli esami strumentali, che hanno escluso lesioni ai legamenti: in pratica la sua è solo una forte contusione e può essere disponibile per Bologna. Chi non dovrebbe esserci, oltre allo squalificato Lamela, è invece Destro, che ha riportato una distorsione alla caviglia: l’ex attaccante del Siena sente dolore e oggi si sottoporrà agli esami del caso. Prima convocazione per il neo acquisto Torosidis, che ieri si è allenato col gruppo e ha anche segnato il suo primo gol in partitella: il suo transfer è atteso per oggi.
La tranquillità del gruppo rischia di essere messa a dura prova dalle dichiarazioni, al portale olandese Sport-promotion. nl, di Maarten Stekelenburg, che ha perso il posto anche in nazionale: «Io voglio giocare — le sue parole — e non stare in panchina. Ho trovato del tutto inutile l’acquisto di Goicoechea, dato che c’era già Lobont. Che bisogno c’era di un terzo portiere? Non penso che il gol con l’Inter sia arrivato perché ero in ritardo, i difensori avrebbero dovuto anticipare Palacio. Non so perché ho perso la fiducia di Zeman, non ne abbiamo mai parlato, non posso fare niente per cambiare questa situazione». Di sicuro, con queste dichiarazioni, non ha scelto la strada più semplice per riconquistare il posto in squadra.