IL FATTO QUOTIDIANO (L. Pisapia) – Quello dello stadio a Tor di Valle è un colpo che, secondo l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, è destinato a cambiare la fisionomia della As Roma: diventerebbe la seconda squadra professionista in Italia dopo la Juve ad avere uno stadio di proprietà. Cambierebbe però anche la fisionimia dell’intera città capitolina, pronta all’ennesima colata di cemento della amministrazione Alemanno. Anche il sindaco, in scadenza, era infatti collegato in videoconferenza da Trigoria al momento della firma. Perché un nuovo stadio a Roma è, soprattutto, una mossa politica. Il Piano regolatore esistente – spiega il giornale – prevede nella zona di Tor Di Valle un massimo di cubature di 14mila metri cubi, assolutamente non sufficienti alla costruzione di un impianto polifunzionale con stadio e derivati vari che ne richiederebbe quasi un milione. Quindi o viene approvata entro tempi stretti la ‘Legge sugli stadi’, che permetterebbe deroghe eccezionali ai vari piani regolatori e di tutela paesaggistica regionale, oppure è necessaria una modifica al Prg da parte delle istituzioni cittadine, che però allungherebbe di molto i tempi previsti.
PROBLEMI AMBIENTALI – Quando nel 1958 a Tor Di Valle fu costruito l’ippodromo, furono necessari 13 chilometri di pali di cemento per renderlo stabile, dato che l’impianto sorge su un terreno sabbioso e instabile. Poi c’è il problema del vicino depuratore dell’Acea, che emana un fetore nauseabondo e andrebbe quindi interrato. Inoltre, la necessità di potenziare i trasporti: dalla rotaia della Roma-Lido con nuove fermate, alla mobilità in auto lungo la via Ostiense e la Roma-Fiumicino (altro affare goloso). Infine a Tor di Valle c’è un’ansa del fiume Tevere che è zona di esondazione e andrebbe sistemata. Ma a Roma, scrive ancora Il Fatto Quotidiano, dove storicamente i palazzinari hanno influenzato la politica con ogni mezzo necessario, e anche di più, al cemento si è sempre trovato spazio.
LA FIGURA DI PARNASI – Ed ecco quindi emergere la figura di Luca Parnasi, l’enfant prodige del mattone capitolino, proprietario dell’area dell’Ippodromo di Tor Di Valle e in buoni rapporti sia con il centrodestra che con il centrosinistra. Siccome al momento dell’acquisto dei terreni di Tor di Valle dal re degli ippodromi Papalia, avvenuto lo scorso aprile, il contratto prevedeva il rilancio dell’impianto, ecco che un nuovo ippodromo sarà probabilmente costruito nella zona del Pescaccio, sui terreni che il Comune di Roma è prossimo a girare allo stesso Parnasi come compensazione per Tor Marancia. Insomma, quando Totti, o chi per lui, nel 2016 segnerà il primo gol nel nuovo stadio della Roma, a godere non saranno solo i 60mila tifosi che la capienza del nuovo stadio prevede, ma anche e soprattutto quella commistione di politica ed edilizia che da tempo ha le mani sulla città.