(M.Cecchini) – È una storia che comincia dalla fine. Cioè dalla ventina di tifosi che alla stazione Termini contestano la Roma appena scesa dal treno, con un paio di ragazzi che si avvicinano a Zeman dicendogli a brutto muso: «Vattene via», associando all’invito brutale anche Goicoechea: «Sei scarso». Presi di mira, poi, anche Osvaldo («fatte ‘n’ artra foto») e Burdisso. Insomma, clima pesante, che dà un senso amaro a una presunta verità: a meno di colpi di scena, il boemo il prossimo anno non sarà più sulla panchina della Roma. Anzi, se nel vertice di oggi a Trigoria la dirigenza vedrà che non ha più in mano la squadra, è possibile che venga anche sostituito subito o dopo il Cagliari (si gioca venerdì) con il tandem composto da Malesani e Sella (un ex che conosce bene l’ambiente), per poi puntare nella prossima stagione su Allegri. In ogni caso, già prima del match le dichiarazioni di Baldini sul «caso disciplina» sembravano una presa di distanza: «La disciplina non si ottiene attraverso regole scritte, che peraltro ci sono, ma dipende dalla credibilità che si ha verso il proprio ambiente, dagli esempi che si riescono a dare e dai comportamenti che si riesce a ottenere. Noi siamo contenti dei calciatori, il comportamento della squadra è da sottoscrivere. Quello di Zeman è un invito e noi lo sottoscriviamo. Una squadra con questo potenziale può aspirare a più del posto in cui ci troviamo ora».
Vertice con gli Usa Con queste premesse al boemo resta poco da dire. «Il pari è giusto. Ci siamo svegliati troppo tardi, pensando che si giocava alle 15 invece che alle 12.30, ma abbiamo guadagnato un punto sul terzo posto. Goicoechea? Sulle reti poteva fare poco, forse ha mancato il tempo su qualche uscita, ma Viviano è una fantasia. La disciplina? Io non ce l’ho con nessuno, ma ognuno ha i suoi metodi. La disciplina fuori dal campo aiuta a fare risultati migliori, ma non so quantificare i punti che vale». Intanto, dopo il contatto notturno avuto dal ceo Italo Zanzi con Pallotta, oggi toccherà a Zeman di essere ancora lucido, ma il nervosismo cresce tant’è che, a chi gli chiede se si sente sicuro di finire la stagione, il boemo replica: «È una domanda sciocca, chi è che si sente sicuro (parecchi, ndr)? Io sono sempre a disposizione della società». Che tollera male una Roma all’8o posto e con un punto in meno rispetto a quella dell’irriso Luis Enrique. Strana la vita, vero?