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GAZZETTA DELLO SPORT L’affondo di Osvaldo “Resterò alla Roma”

Pablo Daniel Osvaldo

(A. Pugliese) – «Sono vecchio? Se lo dice Silvio va bene, non diciamo niente ». Già, ma la risata vale più di mille parole.

Osvaldo replica così a Berlusconi («Lui e Drogba non hanno l’età giusta per i nostri parametri»), forse anche perché il mercato non gli interessa. Almeno ora. Sta bene a Roma, vuole restarci e magari prendersi presto anche qualche soddisfazione in più. «Come magari vincere la classifica dei marcatori, sarebbe un sogno, anche se non ne sono ossessionato». Solo Roma.

Messo da parte il Milan e Berlusconi («Ma contro i rossoneri stavo bene però», insiste ridendo a Sky Sport), Osvaldo affonda così sul tema della settimana, la sua assenza ad Orlando. «Sono stato male, ho avuto l’influenza. Giovedì mi sentivo ancora un po’ debole, ma clinicamente adesso sono guarito e sto cercando di rimettermi alla pari con i miei compagni. Su questa cosa si è creato un casino che neanche sapevo. Ma io sto bene qua, l’ho sempre detto e mi auguro che il mio futuro sia ancora a Roma. Tutti dicono che voglio andar via, tutti ma non io: forse a qualcuno do fastidio, ma non dentro alla Roma».

Verso Napoli In realtà, a Osvaldo si rimproverano dei comportamenti non sempre integerrimi, tanto è vero che la società gli ha raccomandato più attenzione per il futuro («Ma non c’era niente da chiarire. Abbiamo parlato, mi hanno chiesto come stavo, il mister, mi ha chiesto cosa potevo fare in allenamento). Anche se poi, alla fine, la differenza la fa il campo e lì Dani a Roma ha dato sempre segnali positivi.

«Cosa chiedo all’anno nuovo? Che continui come il 2012, che nel personale è finito molto bene». Magari, cominciando proprio da Napoli, dove la Roma si gioca una carta per la Champions. «Rispettiamo il Napoli, in attacco fanno male, dovremo stare attenti. Ma anche noi abbiamo una bella squadra. Anzi, pure più forte della loro, possiamo arrivargli davanti. Il San Paolo? È uno stadio che ti dà tanta carica, all’inizio mi emozionava molto, ci ha giocato Maradona. Poi, con il tempo, è diventato normale». Probabilmente, stavolta, non a lui, che siederà in panchina e salterà la sfida con Cavani. «Chi è più forte? Cavani — dice ridendo — Arrivando a Roma sapevo di essere in una grande squadra, dove se non fai bene ti sostituiscono».

Balo&Boa E visto che viene considerato un «bad boy dal cuore d’oro», la chiusura di Dani nonpoteva che essere su Balotelli e il litigio con Mancini: «Arrivare alla mani è sempre troppo, lo dico per esperienza personale (e ride, ripensando al diverbio con Lamela dello scorso anno ad Udine, ndr). Non so cosa sia successo, ma Mario è un bravo ragazzo. Mancini non lo conosco, ma penso sia una persona intelligente. Si chiariranno ». E il razzismo e la vergogna di Busto Arsizio? «Lasciamo stare, è assurdo che nel 2013 succedano ancora queste cose. Non ci posso credere». Per ora la Roma ha creduto a lui ed all’influenza, adesso tocca a Dani rispondere alla sua maniera.

 

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