(M. Cecchini) – Premessa di Zeman: «I comportamenti non influiscono sui risultati».Possibile, ma questo non placa la bufera con la dirigenza. La Roma dal 2006 ha un codice etico che fissa principi anche per i comportamenti dei calciatori (capitolo 1, paragrafi B e G). Fino a un anno fa, poi, c’era un vademecum approvato dal Cda che toccava vari aspetti (atteggiamenti in campo e fuori, dichiarazioni ai media) che veniva consegnato e fatto firmare ai tesserati. Infine, esistono direttive specifiche (ritardi, utilizzo dei cellulari) che ogni allenatore pretende e che alcuni fanno mettere per iscritto. Nell’era americana, oltre al codice etico, è in via di rifacimento quel vademecum che sarà presto inserito nei contratti, lasciando però alla professionalità degli atleti la gestione della vita quotidiana. Per il club è sufficiente, per il boemo no.
Di sicuro un paio di settimane fa Zeman aveva spiegato così il supporto di Zago: «Ho problemi coi brasiliani». E non solo. La dirigenza infatti, pur divisa sull’importanza dei comportamenti (per qualcuno fondamentali, per altri basta vincere), è concorde sul fatto che Zeman nella gestione del gruppo abbia deluso, soprattutto per la sua vocazione a scaricare sempre le responsabilità. I sussurri di Trigoria dicono che il boemo l’abbia già capito e proprio per questo, se deve cadere, vuole farlo alla sua maniera: attaccando