(M.Cecchini) – Trent’anni fa Luigi Pintor scriveva sul Manifesto: «Moriremo democristiani». Una profezia quasi realizzata, visto che ormai anche alla Roma— in puro stile Prima Repubblica — si parla apertamente di «rimpasto di governo ». Il premier? Il solito: Zdenek Zeman, ma la sua maggioranza è appesa ad un filo, dopo la sorta di sfiducia costruttiva votatagli ieri da Walter Sabatini.
Cambio «Non è stato un errore aver riportato Zeman — dice il d.s. coniugando spesso i verbi al passato —. Ha valorizzato gente come Lamela e Marquinhos, proponendo un calcio offensivo e spettacolare». Poi arrivano i però. «Abbiamo dato a Zeman tutto ciò di cui aveva bisogno, ma la situazione odierna è di poca soddisfazione e ci interrogheremo sui motivi. È una fase di studio che contempla anche l’idea di potere cambiare l’allenatore,[…]».
Passo indietro Ieri la dirigenza non ha avuto contatti diretti col tecnico, ma pretende che abbia rapporti migliori coi giocatori, accantoni Goicoechea e parli solo di calcio. Richieste che gli saranno sottoposte oggi e non è detto che Zeman accetti, anche perché a giugno l’esonero è certo. Una cosa appare improbabile: che il boemo (ieri impegnato a spiegare gli errori difensivi al gruppo) si dimetta. «La Roma ha bisogno di un allenatore normale — dice Sabatini — ma che abbia carisma e capacità di convincere tutti quelli che lavorano intorno a lui di potere costruire qualcosa di importante. Vogliamo aggiustare le cose. Magari anche con uno “Zeman 2″, così avremo rimpastato il governo. Tra i problemi c’è l’incancrenirsi di alcuni rapporti, che Zeman non sente come rapporti cancerogeni e invece gli altri sì. Alcuni giocatori dovranno essere recuperati al meglio alla causa. Serve normalizzazione nei rapporti con tutti[…]».
Panucci, Zago, Allegri Detto che Pallotta ha dato carta bianca ai dirigenti, se oggi Zeman saltasse e si scegliesse un traghettatore, in pole ci sarebbero Zago-Andreazzoli oppure Panucci («un onore, anche se ho un contratto con la Russia», dice), ma l’ipotesi vera forte è quella di Laurent Blanc, già contattato da un emissario del club a dicembre. L’ex c.t. della Francia vorrebbe un contratto fino al 2014 e la Roma è pronta ad accontentarlo. A meno che Zeman non indossi il saio dell’umiltà e accetti il commissariamento virtuale in attesa di Max Allegri. D’altronde, per restare al governo, bisogna imparare bene l’arte del compromesso.