(A.Pugliese) Chissà se con un Tommasi in più, le cose ora potrebbero andare un po’ meglio nello scacchiere giallorosso. Di certo, Zeman avrebbe a disposizione un uomo di sicuro affidamento in mezzo al campo, uno dei suoi, di quelli che adorava e difendeva a prescindere, contro tutto e contro tutti. In cambio, sul terreno di gioco riceveva corsa, abnegazione, sudore e intensità agonistica. Insomma, il prototipo del calciatore zemaniano, almeno in quel reparto. […]
Gol in crisi Ma cos’è che non va per Tommasi in questo momento di appannamento giallorosso? «La squadra non riesce a concretizzare quello che costruisce, anche se rispetto all’inizio della stagione crea molto di più — dice l’ex centrocampista, alla Roma dal 1996 al 2006 — In questo momento manca qualcosa lì davanti, non si riesce a segnare a volte per sfortuna, a volte per precipitazione». Già, anche se poi le sconfitte di Napoli e Catania sono finite entrambe sul groppone di Mattia Destro, che sia al San Paolo sia al Massimino ha fallito occasioni imbarazzanti. «Ma quando ci sono grandi aspettative è anche facile parlare subito di grandi delusioni — dice Tommasi — Destro va aspettato, non è l’unico attaccante che oggi non fa gol in Serie A. […]».
Rincorsa finale Se Destro va difeso, il caso De Rossi è invece da capire. «Io non sono sorpreso di vederlo fuori, perché so che Zeman sa sorprendere sia nel gioco sia nelle decisioni — continua il presidente dell’Aic — Il mister sceglie di volta in volta in base ad avversari, condizione fisica, lavoro settimanale. Poi a centrocampo ha un’abbondanza che non ha negli altri reparti. Se Daniele va bene per Zeman? Come giocatore è talmente bravo, che va bene per tutti. Anche se poi con Zeman devi avere certe caratteristiche e certe propensioni». Servissero per la Champions, perché no. «Ma la Roma deve ancora crederci, perché a quel traguardo secondo me può ancora arrivarci. […]»