(M.Calabresi) – Avrà pure detto «tornerò alla difesa a quattro, quella a tre non mi piace», ma intanto Zdenek Zeman insiste. Assodato che gli allenamenti settimanali sono fatti per provare, e che succede sempre più spesso che quello che si vede in settimana poi non si vede la domenica, ieri Burdisso, Marquinhos e Castan sono stati schierati uno accanto all’altro. Difficile che si venga meno al dogma zemaniano per eccellenza, ma il fatto che la squadra abbia gradito il 3-4-3 di Firenze e che, soprattutto, l’improvviso cambio di rotta abbia portato una vittoria, potrebbe aver aperto un fronte. «La decisione spetta al mister, per me è indifferente giocare a tre o a quattro — spiega Castan a Sky —. Modulo a parte, quella di Firenze è stata una vittoria bella, di spirito e di personalità. La partita con l’Inter, invece, è fondamentale: vincendola, possiamo sognare il terzo posto, e noi vogliamo vincerla e ripetere la prestazione e il risultato dell’andata. Sono a Roma per vincere tutto, ma c’è tanto lavoro ancora da fare. E se Totti e De Rossi sono due leader, Romagnoli diventerà un campione».
MANI E PALI Detto, a proposito di giovani, che il ’92 Luca Antei oggi torna in campo dopo sei mesi di stop per infortunio e farà il fuoriquota con la Primavera a Reggio Calabria, se c’è uno per cui la differenza tra la difesa a tre e quella a quattro praticamente non esiste, èMauro Goicoechea: nel gioco di Zeman, il portiere è condannato a subire valanghe di tiri, sempre. Un girone fa, Goicoechea ancora doveva atterrare in Italia: in quattro mesi gli è cambiata la vita. «Già stare in questa squadra è un sogno, ma di essere titolare in così poco tempo proprio non me lo aspettavo — confessa l’uruguaiano a Roma Channel —. La parata più importante fatta finora è sicuramente quella su El Shaarawy, quella più difficile su Boateng, sempre in Roma-Milan, la mia miglior partita. Per Roma-Inter, invece, proveremo a sfruttare la scia positiva della vittoria di Firenze». Dove Goicoechea, decisivo in un paio di occasioni, in altre tre ha ringraziato palo, traversa e incrocio. Meglio fortunato che bravo, vecchio adagio mai fuori moda.