Dopo l’infortunio di Francesco Totti (elongazione al retto femorale sinistro) c’è un po di apprensione per quanto riguarda le condizioni fisiche del capitano. A questo proposito, la redazione di GazzettaGialloRossa.it, ha contattato l’ex medico sociale della Roma, Mario Brozzi, per avere un parere medico sull’infortunio del numero 10 giallorosso. Queste le sue parole:
Quali possono essere le cause di questo infortunio?
“A mia memoria lui ha sempre sofferto ai flessori. Il retto femorale è invece una novità, ma ci può stare che con lo stress agonistico che si vive oggi si possa andare incontro a questo tipo di problema. Il retto femorale è il muscolo che i giocatori usano per calciare, e sopratutto in questi mesi quando c’è l’abbassamento delle temperature, lo stress e i viaggi, è più facile subire traumi”.
I tempi di recupero?
“Per recuperare completamente ci vogliono 2-3 settimane per grado”.
Le possibilità di ricaduta?
“Dipende da tante cose: se si fa riparare bene il muscolo e si fa un bel lavoro di cicatrizzazione, le possibilità sono molto molto scarse. Non ricordo nessuna ricaduta muscolare nei nostri anni a Trigoria”.
Come si cura un’elongazione del retto femorale?
“Mi ricordo che Io e Musa curammo Cufré inventando il bendaggio compressivo. Fino a quel punto si usava molto il ghiaccio, ma con il bendaggio compressivo si aboliva il sanguinamento, cosi Cufré ebbe un decorso rapidissimo e dopo meno di un mese tornò in campo. Ultimamente non è un metodo molto applicato anche se comporta una guarigione più rapida”.
Fino a quando può giocare Totti?
“Totti è il più grande giocatore che abbia conosciuto. E’ un calciatore geniale e quando è così si può giocare fino all’età della pensione”.
Si aspettava un Totti del genere?
“No, nessuna sorpresa. Me lo aspettavo e chi lo conosce sa che Francesco è sempre stato così. E’ questo, è un campione vero”.
Su Zeman?
“Zeman è uno dei miei amori incompiuti. Quando io sono arrivato a Trigoria, lui stava andando via e vidi l’amarezza con la quale lasciò città e tifosi. Il boemo ama lo sport e mi sarebbe piaciuto lavorare con lui”.
A cura di Flavio Festuccia