Il tifoso della Roma è quello che dopo Roma-Liverpool c’era, sempre lì, al suo posto. Magari con qualche lacrima versata ed il volto scavato dalla delusione, ma c’era, è questo l’importante. Il tifoso della Roma è quello che dopo aver visto alzare la coppa per ben due volte, in casa propria, dall’altra parte, è rimasto lì, impassibile. Il tifoso della Roma è quello che dopo i 7 gol di Manchester ha colorato un’intero stadio di giallo e di rosso. Il tifoso della Roma, per farla breve, è quello che c’è sempre stato, sempre c’è e sempre ci sarà. Perché per lui quella cosa che dura novanta minuti non è una semplice partita, è la vita. E di questa vita la Roma ne è l’unica ragione.
E’ vero, dopo la stagione fallimentare dello scorso anno, la voglia di poter tornare a competere a grandi livelli era tanta. E la delusione per aver racimolato meno della stagione passata è ancor più grande. E’ qualcosa che ti logora, non ci dormi su. Perché l’ami, l’hai sempre seguita e le hai dato tutto, ma è come se non fosse servito. E’ come se chi indossa quella maglia non avesse capito quanto ci tieni. Per lei hai dato tutto e sei disposto ancora a dare tanto. Nel momento di frustrazione più totale pensi “basta, domenica prossima me ne vado da qualche altra parte”. Ma nel profondo del tuo cuore, tanto sai che la domenica dopo starai sempre lì, con la solita bandiera stretta in pugno e quella passione che ti scorre nelle vene come un fiume in piena. Perchè a lasciarla proprio non ce la fai.
Ma tornando alla sera di Manchester, la domenica successiva in Curva Sud fu srotolato uno striscione che recitava: “Punto. A capo, e ricominciamo!”. Ricominciare, è proprio quello che bisogna fare. Che poi, se vogliamo dirla tutta, non abbiamo mai smesso. Ma la conferma del tecnico ieri a Trigoria e una pace ritrovata, seppur magari in maniera apparente, sono come un nuovo inizio. Ci sono ancora sedici gare di campionato da giocare, 48 punti in ballo. C’è un’Europa da conquistare che di punti ne dista solamente tre. Ma soprattutto, ciò che è più vicino, è quella Finale: solamente 90′ minuti ci dividono dalla coppa dei nostri padri e da una finale che ha un sapore tutto particolare. Ma per raggiungerla serve l’apporto dei tifosi, dei tifosi della Roma, quelli che in 85 anni di storia non hanno mai mollato. “Questa è l’ora de mostrà quanto valemo”. E’ l’ora di far vedere al mondo intero, per l’ennesima volta cosa voglia dire esser tifosi della Roma, “Dai ragazzi diamo la scossa, facciam vedere la nostra pasta, siamo pronti a ricominciare, tutto il mondo dovrà tremare!”. Ed allora ricominciamo. Ripartiamo da venerdì sera.
Arriverà poi il giorno del giudizio, in cui chi ha fatto del male alla nostra Roma pagherà. Ma quel giorno non è oggi. Oggi è il nostro giorno, è il giorno dei tifosi, ma non dei tifosi dell’allenatore, dei dirigenti o dei calciatori: è il giorno dei tifosi della Roma. “Non molleremo mai” dichiararono gli ottanatamila di Roma-Slavia Praga: da quel giorno ne sono passati tanti, ma l’essenza del tifoso della Roma è sempre la stessa. Ed è arrivato il momento di non mollare, ma di rialzarsi e combattere. Perché solo chi combatte può anche perdere, ma chi non combatte non conoscerà mai né vittoria né sconfitta. L’Europa e la Finale di coppa sono lì che ci aspettano: andiamocele a prendere! Chi l’ama la segua, fuori la voce!
Edwin Iacobacci