(C. Lenzi) L’uruguaiano segna una tripletta: capocannoniere con 16 gol. Accorcia Osvaldo, poi Maggio. Mazzarri rivede la Juve (-7). I giallorossi, meno brillanti del solito, stoppati da un grande De Sanctis. Espulso Pjanic. Al San Paolo è festa per oltre 50 mila spettatori
Sedici gol in A, 25 in 23 gare ufficiali. Edinson Cavani si veste da re magio e porta una tripletta d’oro al Napoli nello scontro diretto del San Paolo per la corsa Champions contro la Roma. Il derby del gol finisce 4-1 (segna anche Maggio) ed è questa la novità, la seconda miglior difesa del campionato chiude in gabbia il miglior attacco ridisegnando i piani alti della classifica alla fine del girone d’andata: dietro alla Juve sconfitta, ora c’è la Lazio a -5 e i partenopei a -7, davanti a Fiorentina e Inter. Nonostante la rete di Osvaldo, Zeman vede il terzo posto lontano come la Florida indigesta delle vacanze di Natale.
MATADOR — L’immagine della partita è il Matador che lascia il campo con il pallone sotto braccio, come solo i grandissimi possono fare. Il presidente del Napoli De Laurentiis ha detto che non lo venderebbe neanche per 55 milioni e ha ragione: il Matador vede rosso e si trasforma in toro, punendo la Roma di Zeman per tre volte, sfiorando il poker e anche il quinto. Davvero in serie A non c’è giocatore più forte di lui, nemmeno quello Stephan El Shaarawy che deve abbandonare momentaneamente il trono di miglior marcatore della A.
DOCCE GELIDE — E pensare che tra campionato e coppe il Napoli non vinceva nel fortino del San Paolo da un mese: c’è voluta la Roma di Zeman per trovare gli spazi e i gol della rinascita, andata in scena con lo stesso copione. Inizio del match o inizio ripresa non fa differenza, con i giallorossi ancora negli spogliatoi, almeno con la testa, per i partenopei è stato un gioco da ragazzi chiudere il match: già al 4′ l’1-0 con Cavani che raccoglie il delizioso assist di Pandev e supera Goicoechea; poi al 3′ della ripresa, sempre con l’uruguiaiano che controlla spalle alle porta e raddoppia di controbalzo.
ROMA AL TAPPETO — Due gol di scarto sono un handicap troppo grande da recuperare anche per la Roma di Zeman, tanto ballerina dietro quanto efficace davanti, addirittura sprecona: Destro si presenta avanti a De Sanctis ma il portierone del Napoli dice “no” in uscita bassa, poi è Pjanic a provarci dal limite e la smanacciata in angolo fa il resto. Stesso copione nella ripresa, quando un minuto prima del terzo gol c’è il doppio miracolo su Lamela e Pjanic, prima che Bradley mandi all’aria i piani di rimonta sbagliando un “rigore”. Ribaltamento e colpo di testa, Cavani chiude la partita.
CORSA SCUDETTO — Osvaldo, appena entrato, accorcia imbeccato da Pjanic, che poi si fa espellere per doppia ammonizione. Totti ci prova soprattutto su punizione, ma trova sempre la barriera, e quando pennella assist c’arriva sempre prima De Sanctis. L’unica cosa che dura fino al 90′ è il balletto di Piris e Castan appresso a Cavani, indomabile e imprendibile. I 115 gol di Maradona, che gli ha fatto i complimenti, sono sempre più vicini e basta questo per tenere ben presente il Napoli nella corsa scudetto. I 50 mila del San Paolo ci credono, e Mazzarri?