(A.Angeloni) – Vincent Candela, francese, anni 39, vive a Roma e della squadra giallorossa parla sempre volentieri. […]
Ma in genere quali sono i problemi con il tecnico boemo?
«Dagli allenamenti alle questioni tattiche. La categoria dei calciatori, diciamo così, è fatta di tanti rompiscatole e ci sta qualche discussione. Zdenek ha sempre sofferto i giocatori di carattere, invece con i giovani, vedi Pescara, ha sempre fatto bene».
Con lei litigava?
«Succedeva».
E per cosa?
«Anche per ragioni tattiche: io non ero velocissimo, Zeman pretendeva che salissi con la linea difensiva e poi mi trovavo in difficoltà nei recuperi. Ma non solo io avevo modo di discutere con lui, anche gente come Aldair, Delvecchio, Balbo, Cafu e adesso immagino i vari Burdisso, Castan…».
I giocatori provano fastidio quando Zdenek li accusa.
«Questo non va fatto, la squadra va difesa sempre. Poi se qualcosa non va bene, prendi il singolo calciatore e nello spogliatoio lo attacchi al muro. Così lo carichi, gli trasmetti una carica per portare avanti in questo mestiere».
Zeman adesso rischia l’esonero.
«Non mi sorprende. Con la squadra che ha, doveva stare più in alto in classifica. E lui, in qualità di comandante della nave, è il primo responsabile».
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«Zeman è uno che crede nel suo lavoro, non accetta compromessi e questo è il suo più grande limite. Con chi lo sostituirei? Giannini».
La Roma è un gruppo scollato?
«Nel calcio, come nella vita, non siamo tutti uguali. De Rossi deve essere gestito diversamente da Tachtsidis, con tutto il rispetto per il greco, che nemmeno conosco. Stekelenburg non puoi farlo giocare titolare dopo che non sei riuscito a venderlo. Se poi il rendimento di questi ragazzi non è al top, con chi te la prendi? Nessuno gioca contro l’allenatore, però la testa fa cose strane e in campo si porta cattivi pensieri. Il giocatore non è un robot. E se il gruppo è scollato non c’è più niente da fare».[…]