(S.Carina) – La luce si è riaccesa dopo un mese e quattordici giorni. Così lungo è stato infatti il digiuno di Mattia Destro (ultimo gol prima di Firenze, a Siena il 2 dicembre),tra errori sotto porta e l’inevitabile nervosismo che ne è seguito. Anche mercoledì, sembrava di assistere alla solita storia: grandissimo impegno ma poi, una volta arrivato davanti alla porta avversaria, c’era sempre qualcosa che andava storto. Una volta i guanti del portiere, un’altra il salvataggio sulla linea di un difensore, un’altra ancora la scarsa mira. L’assist di Pjanic nei supplementari, è stato una liberazione, la fine di un incantesimo.
IL PASSATO Ora con animo certamente più sereno, Destro ritrova l’Inter, club nel quale è cresciuto: «Ricordo il giorno che mi chiamarono per dirmi che dovevo trasferirmi al Genoa. Mi dissero che preferivano che facessi un po’ di esperienza in un’altra squadra – ha raccontato ieri a Sky Sport – Dal punto di vista della maturazione e della crescita sono stato contento, ho pensato che almeno sarei andato in una squadra dove avrei potuto mettermi in mostra. Tuttavia è stato un po’ una delusione rendersi conto che la società in cui sei cresciuto non credeva in te».
Una strada, quella che porta alla Pinetina, dimenticata a favore di quella che da qualche mese lo conduce a Trigoria: «Quando ho accettato il trasferimento ero consapevole di avere dei compagni di reparto fortissimi. Da Totti a Lamela, passando per Osvaldo e Nico Lopez che, anche se è un ragazzo giovane, ha delle qualità importanti. Tuttavia quando uno arriva in una squadra, cerca sempre di impegnarsi e di conquistarsi il posto, allenamento dopo allenamento.
BRASILE 2014 Mi sono sempre messo a disposizione di Zeman che ha poi fatto le sue scelte». Un rapporto, quello con il tecnico, non facile all’inizio, anche se ora sembra essere tutto dimenticato: «Grazie a lui sto imparando tanto. Non è importante in che posizione giochi, quanto fare i movimenti giusti. Abbiamo un tecnico che gioca molto in attacco e ci arrivano tanti palloni, avendo così molte più possibilità di far gol». Che poi è l’unico modo per strappare un posto ai mondiali del 2014: «È un sogno ed è rassicurante pensare di avere altri 2 anni a disposizione per raggiungerlo».