(A.Angeloni) – Zeman qualcosa ha capito ormai da tempo. Che la società non lo sta aiutando come vorrebbe e non lo appoggia come ha fatto con Luis Enrique; ha capito che non sarà l’allenatore della Roma nella prossima stagione e che rischia di non finire nemmeno questa; ha capito (forse scoperto) che alcuni dirigenti da un po’ si stanno guardando intorno (le voci su Allegri e altri sono fondate); ha capito che la squadra lo sta mollando.
DISTANZA DI VEDUTE – Via subito. Esiste anche questa possibilità. L’esonero anticipato in caso di ulteriori passi falsi. Del resto Zdenek è stato a rischio anche alla vigilia della sfida di Firenze, quarto di finale di Coppa Italia. Prima di quella vittoria, molti erano pronti a scommettere che in caso di eliminazione, non sarebbe rimasto sulla panchina giallorossa. La società a parole lo ha spesso appoggiato (vedi questione De Rossi) ma da un po’ sta cominciando a scricchiolare la fiducia nei suoi confronti. E pensare che forse a giugno scorso – affidando la squadra a Zeman – sia stata fatta una scelta sbagliata comincia a diventare un’idea comune tra i dirigenti. Ora pronti a scaricarlo: Zeman è così, si sa da sempre. Ma le parole di ieri hanno tracciato una linea di demarcazione netta tra lui e la dirigenza. C’è una distanza di vedute su tutto, non solo sul codice etico scritto o non scritto che deve essere presente a Trigoria. Un regolamento di massima c’è, ma diventa difficile per i dirigenti stabilire – come vorrebbe il boemo – se un calciatore possa usare o meno i social network o controllare se entro mezzanotte tutti sono a letto. Siamo al tecnico con la mentalità antica per una società che guarda alla modernità, questa la sintesi. Così è impossibile andare avanti. Zdenek sente puzza di bruciato e si scaglia contro tutti, nemmeno forte dei risultati. L’incantesimo si è rotto definitivamente.
DIRIGENTI INFURIATI – Dopo la sparata di ieri a Trigoria, Zeman ha visto i dirigenti solo la sera: Sabatini era a Milano e si è spostato a fine pomeriggio a Bologna, Baldini aveva raggiunto Destro a Villa Margherita dopo aver assistito all’allenamento e si è presentato in ritiro dopo l’ora di cena. L’ad Zanzi invece ha anticipato la squadra. Zeman ha parlato con Fenucci e Baldissoni in treno. I tre, con Sabatini, si sono poi seduti a tavola nell’albergo, vicino alla stazione, dove è in ritiro la Roma. In serata, invece, il confronto, quando è arrivato pure Baldini.
Il colloquio è stato molto duro, il club è infuriato per lo sfogo di Trigoria, ritenuto «inopportuno», come Zdenek ha definito l’intervista di Stek. Una presa di posizione ufficiale del club non c’è, la società ha voluto anteporre l’importanza della partita ai problemi con Zeman. A Bologna Zdenek si gioca un bel pezzo del suo futuro.Ma la verità è che sembra ormai tutto molto chiaro.