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IL MESSAGGERO La Lega si spacca su Beretta

Maurizio Beretta Lega-Calcio

(S.Riggio) – La Lega serie A non ha voglia di cambiare. Così ieri pomeriggio Maurizio Beretta è stato rieletto presidente, dopo che si era dimesso nel lontano marzo 2011 perché in carica come manager di Unicredit, con 14 voti su 20.

Vince così l’ala guidata da Adriano Galliani e Claudio Lotito. Piccolo giallo nelle votazioni. Al termine del primo scrutinio, l’elezione è sfumata per una scheda contestata. Si è rivotato, Beretta ha vinto e i club che volevano il rinnovamento (tanto da appoggiare Andrea Abodi nelle precedenti assemblee) sono stati messi in minoranza. Si tratta di Juventus, Inter, Roma, Siena, Pescara e Sampdoria, che non saranno rappresentate in questo nuovo governo. Sarà Adriano Galliani, infatti, il vice di Beretta e oltre a lui faranno parte del Consiglio Pietro Lo Monaco (Palermo), Urbano Cairo (Torino), Massimo Cellino (Cagliari), Tommaso Ghirardi (Parma), Albano Guaraldi (Bologna), Antonio Percassi (Atalanta), Aurelio De Laurentiis (Napoli), Gino Pozzo (Udinese), Enrico Preziosi (Genoa), ma quest’ultimo, essendo stato squalificato e condannato dalla giustizia sportiva non è eleggibile, secondo l’articolo 10, comma 1 delle Noif.

I DISSIDENTI «Questo governo rappresenta solo il 30% del calcio italiano», le parole di Andrea Agnelli all’uscita da via Rosellini. «Nel rappresentarla totalmente avrà delle difficoltà – ha aggiunto – Siamo fuori da queste dinamiche, che sono state figlie di un continuo mercanteggiare. Da questo punto di vista la Juventus non ci sta e non ritiene corretto che nella formazione del governo del calcio si cambino poltrone per arrivare al consenso. Se sono arrabbiato? No, realista. La Juve ha espresso fin da subito un parere negativo. Sono curioso di vedere la presidenza Beretta, che è stato part time fino ad oggi e continuerà ad esserlo, immagino, a meno che Beretta non ci smentisca. Se è un calcio vecchio? No, è figlio delle dinamiche tipiche del nostro paese. È stato un pacchetto già bello e confezionato? Non direi, ricordiamoci che la prima votazione si è risolta con un nulla di fatto». Delusione anche nelle parole di Angelo Mario Moratti, vice presidente dell’Inter: «Si è deciso di sposare ancora la vecchia mentalità. È indicativo che tre delle quattro società più importanti d’Italia siano fuori dal Consiglio di Lega. Questo è un pericolo per la crescita. Con la conferma di Beretta noi ci auguriamo che si facciano le riforme che devono essere fatte. Stiamo lì e aspettiamo».

A proposito di proteste, il primo ad abbandonare la Lega serie A è stato Edoardo Garrone, vice presidente della Sampdoria: «Non mi sento uno sconfitto. Non ero presente in Consiglio prima e non lo sono nemmeno ora. Beretta è un presidente effettivo e ricoprirà questa carica fino a quando avrà la fiducia della maggioranza dei presidenti».

IL CONSIGLIO Eletto il presidente («C’era la necessità di arrivare a una soluzione perfetta, che ci permettesse di partecipare ai lavori del Consiglio Federale. Questa era l’unica soluzione percorribile», il pensiero di Beretta), adesso ci sarà battaglia in Federcalcio per la scelta dei due vicepresidenti (e non più tre). Carica a cui Lotito tiene molto, ma sono in corsa anche Carlo Tavecchio (presidente della Lega Nazionale Dilettanti) e Demetrio Albertini.

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