(U. Trani) – L’andamento lento della Roma, quattro punti nelle ultime cinque gare, rischia di rendere fallimentare anche quest’annata. Sarebbe la seconda di fila della nuova éra. Il pareggio con l’Inter, 1 a 1, è risultato che incide sulla classifica, e la gente, fischiando a fine gara, certifica il flop. Il Milan nel pomeriggio sorpassa i giallorossi che, restando a 10 punti dalla zona Champions, in serata si ritrovano settimi. Davanti fanno cilecca i due cannonieri Lamela e Osvaldo: l’attacco non è più il migliore del torneo, solo due reti nelle prime tre gare del nuovo anno, poche per un gruppo che punta a recitare da protagonista nel torneo per tornare in Europa. Il punto sta bene ai nerazzurri che, dopo cinque sconfitte di fila in trasferta (compresa quella contro il Rubin Kazan), per ora si accontentano del quarto posto, a quattro punti dal terzo. Senza Milito e Cassano,Stramaccioni esce per la prima volta imbattuto dall’Olimpico: sconfitto due volte dalla Lazio, lui ex abbonato della Sud si prende questa soddisfazione proprio contro la squadra del cuore. Mercoledì sarà ancora ospite nel suo stadio, per la semifinale d’andata di Coppa Italia.
RITORNO AL 4-3-3
Zeman, come promesso, torna al 4-3-3. Il sistema di gioco non produce più di un pari che qui mancava dal 26 dicembre, match con la Sampdoria: anche quella notte segnò Totti, come ieri sera. Al tecnico di Praga non basta, di questi tempi, il tridente che considera più funzionale per la sua idea di calcio, con Lamela, Osvaldo e Totti. Troppo fiacchi gli interpreti per sostenerlo. Nel riscaldamento si arrende Pjanic che avrebbe dovuto giocare a centrocampo, dove si ritrovano tre giocatori di sostanza come Bradley, De Rossi e Florenzi. In mezzo la Roma ha meno qualità e per certi versi le caratteristiche dei tre possono essere utili contro l’Inter che ha cinque giocatori in quel reparto che vive sulle incursioni di Zanetti e Guarin, capaci di ribaltare all’improvviso l’azione.
Totti e Osvaldo, inizialmente, sono abbastanza presenti e chiamano avanti a sinistra Florenzi e Balzaretti. Bradley e soprattutto De Rossi sono più attenti a coprire. Si dedicano entrambi a Guarin, l’americano per primo. Ma Bradley è meno statico di De Rossi. Sarà lui, con un inserimento su imbucata di Totti, a conquistare il rigore del vantaggio. Ranocchia scivola in modo scomposto dentro l’area e colpisce l’americano lanciato verso Handanovic. Orsatofischia il fallo e Totti trasforma di potenza al ventudesimo. È il primo rigore realizzato, dopo l’errore di Parma, in questa stagione dal capitano che, con i 7 gol in campionato, sale a quota 222 nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi della nostra serie A.
La Roma, però, non riuscirà più a inquadrare la porta avversaria per tutto il primo tempo anche se Lamela e Osvaldo, due volte, avrebbero la possibilità di lasciare il segno, ma le loro conclusioni mancano di precisione. Stramaccioni, con una buona organizzazione in fase di non possesso palla, resta dunque in partita. L’Inter con il suo 3-5-2 acquista convinzione e spaventa Goicoechea, abbastanza disorientato nelle uscite alte. L’occasione migliore se la crea Livaja, con una girata improvvisa che sorprende Marquinhos, presente in marcatura alle spalle dell’attaccante: sinistro potente che colpisce il palo interno. Alla fine del minuto di recupero, il pareggio di Palacio dopo una straordinaria percussione di Guarin che in area sfida, risultando migliore nella corsa e anche nel fisico, sia Castan che Marquinho, prima di servire al compagno, dalla linea di fondo, la palla dell’1 a 1. I nerazzurri interrompono il digiuno in trasferta, durato 412 minuti. I giallorossi, invece, perdono De Rossi per un fastidio all’adduttore. Dopo l’intervallo il regista diventa Tachtsidis che però non entrerà in partita.
LA MANCANZA DI DE ROSSI
Senza la protezione di De Rossi, schermo davanti alla difesa, la Roma rischia quando Palacio e Guarin volano in contropiede. Marquinhos fa muro, rapido e concentrato. Osvaldo ha subito una buona chance, su lancio di Lamela, ma si allunga la palla in area: Handanovic respinge e Totti è troppo decentrato per piazzare il tiro vincente. Stramaccioni rinuncia a Nagatomo e dà spazio a Obi, passando alla difesa a quattro. A sinistra si allarga Juan Jesus e a destra si abbassa Zanetti quando parte Obi che è comunque il terzino e si scambia la posizione con il capitano in fase di possesso palla. Guarin avanza e il sistema di gioco adesso è il 4-3-2-1. I giallorossi, dopo i supplementari di Firenze, sono stanchi e non ce la fanno ad alzare il ritmo. A metà tempo Zeman cambia ancora a centrocampo, settore in chiara difficoltà: Perrotta per Florenzi. Prima della mezz’ora fuori Livaja e dentro Rocchi. Pirisspara alto il match ball, Handanovic è strepitoso sul sinistro di Lamela. Anche Destro in campo per Totti, prima dei fischi del pubblico dell’Olimpico per il settimo posto, oggi piazzamento deludente che è lo stesso ottenuto alla fine della scorsa stagione.