(A. Angeloni) – Ottava sconfitta di campionato su diciannove partite giocate (più Cagliari-Roma, vinta a tavolino). Un ruolino non da Champions League. Per Zdenek Zeman è un problema di «convinzione», di«mentalità» e di «singoli che pensano di vincere le partite con iniziative personali, tipo Lamela, che partiva da solo ma non arrivava mai». Ecco l’analisi del boemo. «La ripresa contro il Catania è stata un po’ confusionale, eravamo fermi. Ci vuole maggiore determinazione per vincere le partite. Non c’è riuscita la fase finale delle azioni. Siamo andati vicini al gol, nel secondo tempo il Catania non ha preso il sopravvento ma ha sfruttato una palla che non siamo riusciti a chiudere».
La bastonata arriva dopo: la molla alla squadra. «Abbiamo perso i concetti di gioco già prima di prendere gol. Molti giocatori hanno pensato di potercela fare da soli, ma nel calcio non è così. Il fatto di non concretizzare tende a essere un problema, anche se siamo la squadra che ha fatto più gol. Abbiamo giocato individualmente nel secondo tempo, ripeto da soli non si vincono le partite. Obiettivo coppa Italia? Per me la Roma deve competere per i primi posti, quello che ci manca è la mentalità che non è da grande squadra. Io voglio arrivare ai primi posti».
LA DIFESA
Stavolta la Roma prende gol, ma senza commettere un grande errore di squadra o individuale. «L’azione è partita da rimessa dal fondo, Marquinhos si era fatto male. Molti giocatori stavano protestando. Eravamo uno in meno, mancava il terzino da quel lato».
IL VERDETTO
E l’assenza di De Rossi. «Mi serviva un regista che smistasse velocemente il pallone. Già avevo centrocampisti incontristi, mi serviva Tachtsidis. E con tre centrocampisti di rottura non si riesce a fare gioco se non c’è Pjanic, Daniele non ha meno corsa». Insomma De Rossi non è un titolare. «Io non scelgo in base ai guadagni, dipende dalle partite. Perché non è entrato? Giochiamo mercoledì e avrà occasione di farsi vedere». Chiuso il discorso. Capitolo Destro. La scarsa vena gol dell’attaccante comincia a diventare un problema. «È un fatto di convinzione. Se gli capitano quelle occasioni vuol dire che c’è. Solo questione psicologica».