(A. F. Ferrari) – Centoventinove minuti di corsa, cuore, grinta e voglia di vincere. Voglia di dare una mano alla sua squadra: la Roma. Quella per cui tifa fin da bambino. Questa è stata la partita di Alessandro Florenzi contro la Fiorentina mercoledì sera in Coppa Italia. Una partita che l’ha visto agire a tutto campo: sia a destra sia a sinistra. Sia attaccante sia terzino. Un moto perpetuo, infinito.[…]
Florenzi ha commesso falli quando bisognava commetterli e ha aiutato i compagni quando bisognava aiutarli. Insomma, una partita di grande generosità. Caratteristica che ormai gli viene riconosciuta dai tifosi giallorossi fin dalla sua prima partita di questa stagione. La stagione del ritorno a Roma dopo l’anno passato a fare esperienza a Crotone in Serie B (35 presenze e 11 gol). Il rientro alla base che tanto sognava e che sta dimostrando di meritarsi. Il centrocampista classe ’91 (nato a Vitinia), infatti, si è ritagliato il suo spazio nel centrocampo della Roma: 19 presenze e 2 gol in campionato, 1 presenza (mercoledì, ndr) in Coppa Italia. Cosa non facile anche perché nel suo reparto, alla Roma, di concorrenza ce n’è da vendere. Non puoi competere con giocatori come i campioni del Mondo nel 2006: Daniele De Rossi e Simone Perrotta, centrocampisti di alto livello come Miralem Pjanic o, comunque, già abituati alla serie a come Michael Bradley e Marquinho, se non hai qualcosa. Se non metti l’anima in campo in ogni partita, in ogni allenamento. Lui questo l’ha fatto e lo continua a fare e i risultati si vedono sul campo. A stupire, in tutti questi mesi, è stata la tanta, tantissima corsa messa in campo da Florenzi. E pensare che, in molti, addetti ai lavori e non, lo vedevano stanco nelle scorse settimane. «Non ce la fa più», «ha corso troppo», «non regge oltre i 60 minuti», queste le parole che si sentivano fino a mercoledì sera in città. Parole che lui ha smentito con i fatti. Con la voglia di difendere i colori della propria squadra. Con una corsa che mercoledì sera sembrava infinita.