(G. Sanzotta) – Le feste ci hanno regalato qualche chilo di troppo, cene con amici e parenti, tanta famiglia e qualche regalo. Ma ci è mancata una cosa, la partita della Roma. Quell’appuntamento prioritario che condiziona tutti gli altri impegni. Stasera alle 20.45? Non posso, ho una cena. Niente affatto, solo una scusa per non avere scocciature e non mancare all’appuntamento con la Roma. Assistere alla partita ci fa recuperare quel piccolo e grande spazio privato dove ritroviamo il nostro entusiasmo infantile, allo stadio o davanti alla tv possiamo emozionarci, indignarci e alla fine di 90 minuti essere felici e trasmettere gioia a chi ci circonda, oppure tristi.
Noi, naturalmente, stasera vorremmo essere felici. Non per i regali della Befana, non perché nutriamo qualche speranza per la lotteria (del resto per vincere bisognerebbe almeno aver comprato un biglietto) ma perché da Napoli aspettiamo la notizia più attesa. Che finalmente l’opera di ricostruzione della Roma, dopo aver messo fondamenta sicure e robuste, sta dando risultati. Quanto mi piacerebbe inviare messaggi a tanti amici e colleghi che hanno ironizzato sul progetto, che si sono chiesti retoricamente e con tono sferzante chi ci sia dietro questa società. Come mi piacerebbe rispondere a chi ha ironizzato sul viaggio negli Usa, sui calciatori fotografati con Topolino.
Come mi piacerebbe che in quell’incanto di Napoli, oltre a Marechiaro, le isole e il golfo, il mondo, almeno quello calcistico, potesse ammirare un’altra meraviglia. Abbiamo iniziato a divertirci già nel 2012, ma il meglio deve ancora arrivare. Ora sono state gettate le basi solide, le fondamenta. Il resto arriverà. Perché tanta sicurezza? Perché, per la prima volta, almeno in Italia si sposano professionalità, competenza e capacita manageriali con la passione del calcio. Perché Roma è stato un marchio sottovalutato, perché non c’è parte del mondo dove non sappiano cos’è e cos’è stata Roma, non sappiano di San Pietro, il Vaticano, il Colosseo. E adesso agli antichi gladiatori potrebbero abbinare i nuovi, quelli che non competono al Colosseo, ma in uno stadio, ma con i colori di sempre, giallorossi Qualche giorno fa i nostri eroi erano negli Usa. Una testimonianza della dimensione internazionale sta assumendo la Roma, come società e come squadra. Adesso c’è il Napoli.
Un impegno difficile certamente. I nostri tifosi guardino con fiducia a una squadra giovane ma che ha tutti gli elementi per essere protagonista per molti anni. Una squadra che sulla carta non è inferiore a nessuna concorrente. Una squadra che si è rinnovata completamente e che, anche per questo, ha avuto delle difficoltà. Non abbiamo avuto subito grandi risultati, ma adesso sono arrivate le vittorie e anche il bel gioco. E soprattutto si è evidenziato uno stile nuovo. Di chi vuole vincere attaccando e divertendo. Non so, anche per scaramanzia, se potrò già stasera inviare dei messaggi a tutti gli invidiosi che conosco sparsi nella penisola, ma so che la strada è quella giusta. Dobbiamo essere consapevoli che la nostra Roma, trovato il suo gioco, sarà una stupenda realtà.
Con due rinforzi di qualità potrà già dal prossimo anno essere una candidata allo scudetto. Saranno gli altri a doversi rigenerare, compreso quel Napoli che sembra alla fine di un ciclo senza aver lasciato un segno. Abbiamo sofferto, siamo stati critici, alcuni scettici, ma siamo a un passo dal secondo posto. Nessun risultato può esserci precluso. Certamente ci dobbiamo preoccupare degli avversari, ma avendo una linea d’attacco che può schierare giocatori come Totti, Lamela, Osvaldo, Destro facciamo paura a chiunque. C’è una sola squadra della serie A, compresa la Juventus che ha tanta qualità? Certamente no.
E che ha enormi prospettive di miglioramento per quanti sono già campioni a 20 anni? Per questo stasera a Napoli avrò un solo biglietto da tenere nel cuore, non quello della lotteria, tanto non ho speranza di vittoria, ma quello dello stadio. Voglio vincere a Napoli. In passato in quello stadio abbiamo subito qualche torto. Anche qualche angheria. Vogliamo vendicarci, ma con il nostro stile: sul campo e con il gioco