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IL ROMANISTA Dal derby in poi la Roma è terza. Quarta negli scontri con le big

Napoli-Roma Osvaldo

(L.Pelosi) Non si può sfuggire alla regola. La fine del girone d’andata è il primo momento in cui un bilancio stagionale ha un senso, dato che tutte le squadre hanno incontrato le altre. Uno dei primi parametri che si usano è il confronto con l’anno precedente, perché dovrebbe dare la misura di quanto una squadra sia migliorata o peggiorata. Al momento la Roma ha un punto in più rispetto alla scorsa stagione, 32 contro 31 (la squadra più migliorata è la Fiorentina, che ne ha 13 in più). Questo, unito al fatto che il sesto posto in classifica non è certo soddisfacente e che il paragone è con un’annata, quella passata, decisamente deludente, di sicuro non ispira sorrisi. Calma e sangue freddo, però. Intanto va detto che lo scorso anno la fine del girone d’andata coincise praticamente con il picco positivo della stagione. La squadra ci arrivò dopo una serie di vittorie (Napoli, Bologna, Chievo e Cesena) inframezzate solo dal pareggio di Catania (partita che si concluse un mese dopo ma che naturalmente va conteggiata nel girone d’andata. L’inizio del girone di ritorno, però, non fu altrettanto entusiasmante: pareggio in casa col Bologna, sconfitta a Cagliari, vittoria con l’Inter e ko a Siena. 4 punti in 4 partite.

Al momento attuale, invece, molti elementi autorizzano a pensare che quello attuale non sia affatto il picco positivo della stagione giallorossa. (…) se si prende in considerazione la classifica delle ultime 9 giornate, cioè dal derby (che per più di un motivo ha fatto da spartiacque nella stagione) in poi, la Roma sarebbe terza con 15 punti, uno in meno del Milan, due in meno della Lazio, due in più rispetto alla Juve, quattro in più rispetto a Napoli e Fiorentina, sette in più rispetto all’Inter. Il trend, insomma, è di crescita e non può essere certo una sconfitta a Napoli (campo dove vincere non è proprio scontato…) a far pensare il contrario. Non è secondario neanche l’aspetto arbitrale. Se prendiamo in considerazione la classifica riscritta stilata da Panorama alla Roma non mancano i 10 punti citati da Zeman, ma 4 sì. Quelli delle partite con Catania, Udinese e Chievo, in una classifica che peraltro considera la Roma avvantaggiata contro il Torino e che però considera gli aiuti ricevuti dalla Lazio con Atalanta, Siena, Parma e Inter che porterebbero i biancocelesti al sesto posto, mentre la Roma sarebbe seconda. Senza mettersi a cavillare, non ci vuole comunque molto per capire che gli arbitri hanno più tolto che dato, quest’anno.

Tornando al campo, è facile individuare dove e quando la Roma abbia perso punti per colpe proprie. Nella prima parte del torneo, contro avversari abbordabili e in vere e proprie partite-suicidio. Basterebbero quelle con Bologna, Udinese e Sampdoria, tutte rimonte subite e molti giudizi sarebbero diversi. Quella di oggi, però, sembra una squadra in grado di non cadere più in certi errori e ultimamente ha perso a Chievo per colpa di Bergonzi e a Napoli per aver sbagliato un numero eccessivo di occasioni. Se si considera poi la classifica avulsa tra le 7 grandi del campionato, la Roma non è messa così male. E’ quarta con 9 punti. Ne hanno 10 Lazio e Napoli, mentre la migliore è l’Inter con 12 punti. Insomma, per rendere diverso il bilancio di fine stagione potrebbe “semplicemente” bastare un po’ più di attenzione contro le piccole.

Per il resto, i numeri stagionali, pubblicati proprio dalla Roma ieri sul sito ufficiale, già parlano da soli per quanto riguarda gli aspetti su cui migliorare. Se infatti la formazione giallorossa ha il miglior attacco del campionato, ha anche la terza peggior difesa e soprattutto il peggior rapporto tra tiri subiti e gol incassati: in media un gol ogni 5,2 tiri. Significa che le occasioni che concede, evidentemente, sono troppo facili e che nella fase difensiva c’è ancora da lavorare. Certo, quando ha giocato la difesa titolare (Piris, Castan, Marquinhos, Balzaretti), la Roma ha perso solo una volta, contro il Chievo, e per colpa di Bergonzi. L’attacco funziona, non solo per i gol segnati. La Roma infatti è la seconda squadra del campionato per numero di palloni giocati nell’area di rigore avversaria, per tiri nello specchio e per percentuale realizzativa. Ultime considerazioni: qualsiasi frase che, per sminuire il bilancio del girone d’andata, inizia con «Senza lo 0-3 a tavolino di Cagliari…» può avere solo e soltanto una conclusione. E cioè: «…avrebbe una partita in meno». Non la si può certo trasformare automaticamente in una partita persa. Infine, se consideriamo le due precedenti stagioni di Zeman sulla panchina della Roma, questa è la migliore. Dopo 19 giornate nel 1998 aveva 29 punti e nel 1999 ne aveva 28. Finì quarto e quinto. Quest’anno si punta al terzo posto.

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