(C. Zucchelli) – Due giorni di riunioni con i manager della Roma, con Luca Parnasi (nella sua tenuta in Umbria) e senza incontri istituzionali (anche se fonti del Campidoglio, invece, dicono che qualche cosa ci potrebbe essere la prossima settimana). Due giorni di «lavoro tecnico» per pianificare tutto quello che verrà fatto nei prossimi mesi.
È in Italia Dan Meis, l’architetto statunitense che si sta occupando di progettare il nuovo stadio della Roma che verrà costruito a Tor Di Valle. La notizia dell’arrivo di Meis in Italia si era diffusa un paio di giorni fa, ma l’architetto era atteso per la prossima settimana. Lui ha anticipato i tempi e col morale a mille è pronto a dedicarsi «al progetto di una vita: il perfetto stadio romano». Perché «in 25 anni di progettazione di stadi, non ho mai incontrato tifosi più appassionati e legati ad un club! Nessuno merita uno stadio di livello mondiale, più dell’As Roma», ha aggiunto Meis su Twitter.
Per adesso questo progetto è avvolto nel massimo riserbo. Si sa solo, perché lo ha detto il presidente Pallotta ad Orlando, che sarà uno stadio da 55mila-60mila posti e che l’intenzione è quella di inaugurarlo per la stagione 2016-2017. Altri dettagli non ce ne sono e non dovrebbero essere svelati in questi giorni. L’idea è quella di lavorare senza sosta per cinque mesi per poi presentare il progetto definitivo in estate, a giugno o al massimo a luglio. «Attenzione! Atterrato a Roma per un gran weekend con Italo Zanzi, Sean Barror, Dan Meis, Mauro Baldissoni e tutto lo staff al lavoro per il nuovo stadio», ha scritto ieri, sempre su Twitter,Mark Pannes. Uno degli uomini più vicini al presidente Pallotta ha lasciato a Zanzi il ruolo di Ceo ma continua ad essere presente nelle vicende della Roma, soprattutto quelle che riguardano il nuovo stadio che ieri Luca Parnasi, dalle colonne de L’Espresso, ha definito come «un nuovo Colosseo visto che l’intenzione degli americani è quella di creare un simbolo a livello mondiale».
Un progetto perfetto, definito nei minimi dettagli insieme a uno degli architetti più famosi al mondo: a Trigoria sono convinti che quando sarà presentata i tifosi saranno affascinati dalla nuova casa dell’As Roma. Dan Meis in questo senso è una sicurezza. Cinquantadue anni, originario del Colorado e laureato in architettura all’Università dell’Illinois, ha lavorato come designer presso la Murphy/Jahn e la Ellerbe Becket. Dal 1995 è alle dipendenze della NBBJ, per la quale ha fondato la divisione Sports and Entertainment e ha elaborato il suo progetto più noto: quello dello Staples Center di Los Angeles, palazzetto che tra l’altro ospita le gare di due franchigie dell’NBA, i Lakers e i Clippers. Nel 2006 si è messo in proprio, fondando la Mais Architecture, studio specializzato nella progettazione per strutture come stadi e palazzetti, che si è poi fuso con lo studio di design Aedas. Dal 2010 lavora per l’agenzia Populous, la stessa che ha realizzato l’Emirates Stadium dell’Arsenal, lo stadio di football di Los Angeles, il Miller Park di Milwaukee e la Saitama Super Arena in Giappone. Progetti importanti, importantissimi. Ma che però l’architetto non aveva mai definito «della vita».Quello è, e sarà, lo stadio della Roma.