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IL ROMANISTA Pjanic e quel gol ai viola

Pjanic

(D. Galli) – Accarezzate la lampada, il superfantagenio è tornato. Dopo aver saltato Catania per squalifica, orfana stavolta degli squalificati Osvaldo e Lamela, e senza soprattutto il 10 per antonomasia, con un Destro malconcio al centro e alla sua destra probabilmente Florenzi, la Roma ha stasera a Firenze un disperato bisogno di Miralem Pjanic. Che alla Fiorentina è legato da un dolce ricordo. DolcissimoUna rete preziosa, la seconda nella sua carriera in Champions League, ma la prima che valeva tantissimo. Tre punti, per l’esattezza. Dammi tre punti e non chiedermi niente

. Il giovane Pjanic è un baby per davvero, altro che adesso. È il 16 settembre 2009, la crisi dei mutui subprime non si è ancora ripercossa sulle tasche degli italiani, a Roma lo spettro Fioranelli si è volatilizzato da poco, gli americani sono un sogno lontano, i Sensi stanno ingaggiando una battaglia a colpi di comunicati con Unicredit. E intanto Spalletti s’è dimesso. Da due settimane. Un avvio di stagione drammatico, due sconfitte, il sentore che il rapporto con la squadra sia ormai compromesso, la necessità di una virata. Verso Ranieri. Scelta felice, il sor Claudio inizia con una vittoria (a Siena) e terminerà con una vittoria (a Verona) nella terza partita dopo la sconfitta più amara della storia recente della Roma.

Pjanic è quasi uno sconosciuto. Non per il Lione però, che lo aveva prelevato nel 2008 dal Metz. È subito Champions. Un’apparizione fugace, zero gol. L’anno dopo viene impiegato decisamente di più anche nell’Europa che conta. Segna nei preliminari all’Anderlecht, che viene letteralmente travolto nel doppio confronto, ma segna soprattutto nella prima occasione che conta. Contro la Fiorentina. È il 16 settembre 2009. La Fiorentina è in dieci per l’espulsione di Gilardino, una gomitata giudicata volontaria a Toulalan. I viola sembrano resistere al forcing francese. Ma al 31’ della ripresa capitolano. Makoun conclude verso la porta, Frey respinge ma sui piedi di PjanicChe a quel punto ha vita facile: palla in fondo al sacco, lo Stade De Gerland s’infiamma. Sarà l’unica sconfitta della Fiorentina nel gruppo. L’unica. Dopo, arriveranno solo successi. Pjanic ritroverà la Viola da avversario il 4 dicembre 2011. Curiosamente, anche allora fu estromesso un calciatore per scelta tecnica. Osvaldo fu lasciato a casa per aver mollato un pugno a Lamela negli spogliatoi del Friuli. Le scuse di Daniel non bastarono per il perdono. Pjanic fu schierato alle spalle di Lamela e Bojan. Fu una deblace, fu un 3-0 per loro. Gli altri.

È il giorno di Pjanic. È la sera in cui c’è forse più bisogno di lui, del ragazzo già adulto che non fatica a imparare le lingue, che parla col gioco e in Coppa ha già fatto gol. All’Atalanta, negli ottavi. Ritrova la Fiorentina, ritrova l’avversario che l’ha fatto conoscere all’Europa di Coppe e di Campioni. Là dove la Roma deve tornare. Là. Assieme al suo superfantagenio.

 

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