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IL ROMANISTA Quattro a uno e non ci si crede

Napoli-Roma Cavani

(C. Zucchelli) – È difficile spiegare che in una partita che perdi 4-1 (tripletta di uno straordinario Cavani, poker di Maggio e rete di Osvaldo) non hai demeritato. Anzi. Avresti, persino, meritato il pareggio se solo fossi entrato in campo meno molle e se solo avessi sfruttato le occasioni a tua disposizione. E invece al San Paolo non succede e la differenza, tra Roma e Napoli, è tutta lì. E non è poco. Non è poco perché le due squadre, visti i risultati di giornata, si giocano il terzo posto e la squadra di Mazzarri si dimostra più matura di quella di Zeman. Segna quando deve farlo, si difende il resto del tempo. La Roma crea, quantomeno dalla mezzora del primo tempo, ma sbaglia troppo. Sbaglia a centrocampo, sbaglia in attacco con Destro che, al momento, si dimostra non all’altezza di Osvaldo, e sbaglia con Goicoechea che ha sulla coscienza almeno un paio di gol. Il portiere uruguagio perde il confronto con De Sanctis così come la Roma perde il confronto col Napoli ma è uno stop momentaneo.

C’è ancora un girone a disposizione e la Roma sa che può e deve archiviare al più presto il ko del San Paolo. La sconfitta di Napoli matura nei primi minuti delle due frazioni di gioco. Il primo tempo della squadra di Zeman è a due facce: prima mezzora da incubo, con Pandev che fa il bello e il cattivo tempo approfittando di un centrocampo giallorosso in bambola (soprattutto con Bradley e De Rossi) e ultimo quarto d’ora di grande livello. Guidata da Pjanic, Destro e Totti la Roma si sveglia e prova a pareggiare il gol dopo 4’ di Cavani, ben servito da Pandev che approfitta di un buco per le vie centrali della Roma. Il Napoli, su un campo in pessime condizioni, parte bene, come detto, la Roma no: il macedone orchestra, Cavani fallisce qualche controllo facile, Zuniga è un mastino, Campagnaro e Britos vivono una serata tranquilla. Per mezzora la squadra di Mazzarri fa quel che vuole (cioè chiudersi e ripartire a mille all’ora) poi, dopo un passaggio millimetrico di Totti che manda Destro solo davanti a De Sanctis (l’attaccante ci arriva con la punta, il portiere esce benissimo sui suoi piedi) qualcosa scatta nella testa dei giocatori di Zeman.

Al 34’ ripartenza di Pjanic, Totti serve Destro a sinistra che cerca di piazzarla ma trova sulla sua strada ancora il portiere del Napoli. Tre minuti e tocca a Pjanic, dal limite di prima intenzione, impegnare De Sanctis che manda in angolo. Il bosniaco ci prova anche su punizione, ma il pallone termina alto e la Roma chiude il tempo in svantaggio nonostante una reazione che fa ben sperare per la ripresa. Speranza vana visto che dopo 3’ il Napoli segna ancora. Zuniga semina il panico sulla fascia serve in mezzo per Pandev che a sua volta serve Cavani il quale si gira in mezzo a 3 e batte un non preciso Goicoechea con un tocco morbido. Il Napoli prova a mettere ko la Roma con una ripartenza da brividi dopo un errore di Pjanic a centrocampo ma Hamsik si allunga troppo il pallone. È il 10’ e la Roma pare in bambola e ci vuole una grande chiusura di Piris, ancora su Cavani, ad evitare il peggio.

La Roma, come nel primo tempo, si sveglia dopo un po’: apertura di Totti per Destro, l’attaccante si infila bene tra i centrali del Napoli ma il suo sinistro termina fuori. Zeman allora lo toglie, mette Osvaldo e la Roma in attacco si fa più pericolosa: De Sanctis compie due miracoli su Lamela e Pjanic poi Bradley si divora un gol a porta vuota. Al 25’ Cavani chiude i conti: da calcio d’angolo l’uruguagio salta da solo, il connazionale Goicoechea esce malissimo e si fa infilare. Due minuti e la Roma accorcia le distanze: palla filtrante di Pjanic, Osvaldo tocca, anticipa tutti e segna. La Roma ci crede, ma il bosniaco, già ammonito, si fa espellere per un fallo su Dzemaili. La partita si chiude lì, almeno fino al 45’ quando Maggio si fa 50 metri di campo e cala il poker. Ingiusto.

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