(F. Bovaio) – Fino a Lampros Choutos il calcio greco e soprattutto i suoi figli erano degli illustri sconosciuti per i tifosi romanisti, che prima dell’arrivo di quel ragazzo nelle giovanili che si allenavano a Trigoria non avevano mai visto un ellenico indossare la divisa giallorossa. Quindi possiamo affermare senza ombra di dubbio che quel piccolo attaccante al quale tutti pronosticavano un grande avvenire (che poi purtroppo non si è verificato) fece da apripista nella società romana ai suoi connazionali.
Da allora ad oggi, Torosidis compreso, i giocatori greci della Roma sono diventati cinque. Una piccola colonia che è arrivata dalle squadre di Atene e che ai tifosi della Magica ha regalato gioie e dolori, facendo anche molto discutere di sé. Cominciamo proprio da Choutos, che alla Roma arrivò poco più che quattordicenne per poi esordire in prima squadra nel 1995, quando di anni ne aveva sedici e mezzo. Ma nonostante fosse un attaccante tecnicamente bravissimo e dalle doti innegabili, alle grandi aspettative non fece seguire troppe cose concrete sul campo, tanto che nelle seguenti quattro stagioni e mezzo mise insieme appena quattro presenze ufficiali in prima squadra con zero gol. Dal 1995 al 1999 anche Zeman ebbe modo di averlo alle sue dipendenze, ma la sostanza dei fatti non cambiò e nel ’99 Choutos salutò definitivamente Trigoria per tornare in patria, all’Olympiacos, dove restò fino al 2004 collezionando 47 presenze e 22 gol.
A questo primo fallimentare approccio tra la Roma e i calciatori greci ne seguì uno più consistente e, se vogliamo, mitologico. Ci riferiamo, ovviamente, all’acquisto del “ciclope” Traianos Dellas da parte del presidente Sensi nel 2002. Costui, proprio come il mitico gigante dell’Odissea, si impossessò dell’area di rigore giallorossa grazie al suo fisico eccezionale e al suo deciso modo di porsi agli altri, trattati sempre con grande rispetto ed educazione. Di lui si era calcisticamente innamorato l’allora allenatore romanista Fabio Capello, che per i ruoli di difensore centrale, portiere e centravanti ha detto sempre di preferire giocatori fisicamente aitanti e alti. Dellas, arrivato in Italia grazie al Perugia di Gaucci, colpì Capello proprio per questo e il presidente Sensi ingaggiò un vero e proprio braccio di ferro con il collega alla guida del club umbro per portarlo alla corte di don Fabio. Qui Dellas rimase tre stagioni (dal 2002 al 2005), nelle quali collezionò 42 presenze e 3 gol in campionato più varie altre apparizioni nelle coppe. I tifosi, poi, se lo ritrovarono a sorpresa Campione d’Europa con la sua Grecia (da romanista) nel 2004.
A tutt’oggi Dellas, battezzato dai genitori con un nome da imperatore romano, è ancora il greco per antonomasia della lunga storia giallorossa, visto che, in attesa di vedere all’opera Torosidis, gli altri suoi compatrioti che sono arrivati alla Roma dopo di lui non sono stati in grado di entusiasmare i tifosi. Ci riferiamo a Tachtsidis, regista stimato da Zeman ma ancora alle prese con i problemi del grande salto di categoria che ha dovuto affrontare passando da Verona e Roma e dalla B alla serie A (senza tralasciare il dualismo con De Rossi). Ma anche al portiere Eleftheropoulos, che fu giallorosso nel 2005-06. In quanto chiuso da Doni (appena arrivato pure lui e presto diventato titolare con Spalletti) e da Curci (che sembrava in rampo di lancio per una grande carriera), però, si limitò a qualche sporadica apparizione in amichevole e in Coppa Italia per poi fare il terzo portiere per tutta la stagione.
Ora è la volta di Torosidis, che presto potrebbe esordire in prima squadra al posto degli affaticati Piris o Balzaretti e che, pur se arrivato in sordina, potrebbe rivelarsi un vero colpo di mercato, visto il valore indiscusso che abbiamo avuto modo di appurare sui campi d’Europa. Anche lui, come Eleftheropoulos, è cresciuto alla scuola dell’Olympiacos, mentre Dellas e lo stesso Tachtisidis sono diventati calciatori in quella di un’altra squadra della capitale, l’AEK. Una rivalità storica che Torosidis e Tachtsidis, che sono tra l’altro i primi due greci contemporaneamente presenti tra le file giallorosse, metteranno subito da parte per aiutare la Roma a raggiungere i suoi obiettivi e per dimostrare che anche dalle parti di Atene è possibile trovare ottimi giocatori. Basterà solo avere la pazienza di starli ad aspettare senza riempirli di fischi, perché di qualità ne hanno da vendere. Non a caso Torisidis è nazionale greco dal 2007, con un Mondiale e un Europeo già alle spalle, mentre il tanto criticato Tachtsidis l’anno scorso fu considerato il miglior regista della serie B e uno dei giocatori giovani universalmente ritenuti come i più promettenti dell’intero campionato cadetto.