(C. Zucchelli) – La Roma riparte da dove si era fermata. E cioè dai gol di Erik Lamela dall’intraprendenza di Alessandro Florenzi e dalla classe di Miralem Pjanic. Non che il test contro l’Orlando City (terminato 5-0 per i giallorossi sotto gli occhi, tra l’altro, dell’architetto Meis che progetterà il nuovo stadio della Roma) sia particolarmente indicativo, ma le risposte che Zeman voleva, dieci giorni dopo l’ultima partita di campionato e a 4 giorni dal match del San Paolo contro il Napoli, sono arrivate. La Roma c’è. C’è in tutti i suoi uomini, in quelli lasciati a riposo come Totti (in panchina fino a 20’ dal termine) e Goicoechea, che va in tribuna ma si allena a parte insieme al preparatore Nanni, ma soprattutto in quelli che vanno in campo e contro gli americani fanno quello che devono: segnano e vincono.
E, in qualche caso, si innervosiscono pure perché i padroni di casa, evidentemente troppo desiderosi di fare bella figura, quando non prendono il pallone – cosa che capita spesso – prendono le caviglie. E allora succede anche che Lamela, autore di una doppietta, sia costretto a lasciare il posto a Lucca dopo mezzora perché Zeman, dopo un gomito alto su Boden, capisce che i nervi di Erik stanno per saltare e su indicazione dell’arbitro lo toglie. L’argentino d’altronde, così come Pjanic e Dodò, è uno di quelli presi di mira fin dall’inizio e lui ci mette del suo umiliando gli avversari già dopo due minuti: ripartenza di Destro a tagliare il campo, passaggio per Pjanic a sinistra, taglio in mezzo di Erik e gol. L’Orlando City prova a fare bella figura, ogni volta che un giocatore anticipa un romanista i tremila spettatori presenti esultano, ma al 12’ è ancoa Lamela a segnare su assist di Florenzi servito da Dodò. La Roma passeggia, ogni volta che accelera sfiora il gol e gli avversari si fanno vedere al 20’ con un tiro (per dire…) di O’Connor, buono solo a sporcare i guanti a Stekelenburg. Alla mezzora arriva la terza rete della Roma e stavolta è Pjanic a battere il messicano Gallardo con un destro dal limite dell’area.
L’Orlando non si fa più vedere dalle parti dell’olandese e al 45’ Destro realizza il quarto gol: rinvio lungo di Stekelenburg, Florenzi riceve e verticalizza subito per Destro, che entra in area e scavalca Gallardo con un pallonetto. Il numero 48, che con l’uscita di Lamela agisce da attaccante destro, ringrazia Stek per il passaggio a tagliare il campo, come da precisa indicazione di Zeman. Nell’intervallo il boemo stravolge la squadra: entrano Lobont, Balzaretti, che si sistema a destra, Romagnoli, Tachtsidis e Perrotta. La Roma amministra, dopo un quarto d’ora Dodò, colpito duro all’altezza dello stomaco, chiede il cambio (al suo posto Marquinhos) e Pjanic, innervosito dall’ennesimo fallo degli avversari, esce per far entrare Marquinho. I minuti scivolano via nell’attesa del fischio finale e dell’aereo che riporterà a casa la squadra, c’è tempo per ammirare però, al 21’, uno splendido gol di Alessandro Florenzi, decisamente tra i migliori: percussione sulla destra del centrocampista giallorosso, che dal vertice destro dell’area lascia partire un violento tiro che colpisce il palo e termina in rete.
A 20’ dalla fine il pubblico del Barker Family Stadium del Rollins College di Winter Park, sobborgo di Orlando, va in delirio e ringrazia Zdenek Zeman che, al posto di Destro, manda in campo Francesco Totti. Il Capitano, per l’occasione senza fascia al braccio indossata da Perrotta, regala qualche tocco di classe (soprattutto un passaggio proprio per il numero 20 e un tacco per Marquinho) e accompagna la Roma al 90’ scherzando, tra l’altro, sugli avversari che entravano duro. Per fortuna di tutti senza far male a nessuno. E questa era la cosa più importante perché da domenica sera si torna a fare sul serio.