(D. Galli/F. Bovaio) – Oggi potrebbe prendere lo Zio al decimo posto e avvicinarsi così al Golden Boy. Si sa, Totti scala qualsiasi classifica, agguanta primati, strappa ovazioni. Stasera gli basterebbe la semplice presenza. Contro il Napoli sarà la sua 519esima in Serie A. Lo stesso numero di Bergomi, lo Zio, a 8 da Rivera, il Golden Boy. Il mito prosegue e oggi sbarca al San Paolo. Forse.«Non è al massimo, come Osvaldo». Ha spiegato Zeman in conferenza stampa, gettando così un’ombra inquietante su Napoli-Roma, turbando i sonni romanisti, rendendo ancora più incerta la formazione anti-Mazzarri. Perché da Totti dipende tutto, è l’asso nella manica di Zemanlandia, è l’asso e basta in assoluto, è il campione che al Napoli ha già segnato sette volte in campionato e una di queste poteva valere lo scudetto.
Era il 2001, e Pecchia rinviò l’appuntamento col tricolore di una settimana. Totti. È il grande enigma, il punto interrogativo, il dubbio. Ieri si è allenato con il gruppo, è stato schierato in un undici che contemplava tra l’altro anche Marquinho («in questi due giorni ho provato di tutto», ha chiarito peròZeman) ma le parole del Maestro fanno temere una destinazione precisa: la panchina. In questa Roma (oddio, in questa… in qualsiasi) ruota tutto attorno al Capitano. Lo impone la logica, prima ancora che il cuore. «Vediamo domani come sta», diceva ieri Zeman. Domani, quindi oggi. È chiaro, è lapalissiano, che il Maestro farà di tutto per mandare stasera in campo Francesco. Che però – attenzione – non ha la febbre. Sulla carta, può giocare. Qualora invece il tecnico la pensasse diversamente, le opzioni sono un paio: Destro a sinistra, Lamela a destra, Osvaldo al centro (ma pure lui non è che stia benissimo, sempre a detta di Zeman), altrimenti Pjanic sulla fascia mancina, Destro o Osvaldo centravanti e poi Lamela. Destro o Osvaldo. Già.
C’è chi sostiene che Mattia questo posto se l’è meritato, ma quello che dice Zeman post conferenza ai giornalisti della carta stampata suona, se non come una mezza bocciatura, quasi: «Eh, Destro. Destro ha bisogno di lavorare». Tradotto, là davanti è un rebus. E anche dietro non si scherza. Se Totti gioca, come qualunque Romanista con la erre maiuscola e persona sana di mente si augura, la linea di centrocampo dovrebbe (potrebbe) essere composta – leggete da destra verso sinistra – da Pjanic, De Rossi, e Bradley più che Florenzi. In difesa non dovrebbero esserci sorprese: Goicoechea tra i pali e linea formata da Piris, Burdisso, Castan e Balzaretti. Dodò è per adesso ancora un tifoso. Ieri ha twittato «partiti per Napoli» e ha pubblicato l’immagine del Frecciarossa. Quella che ci manca a sinistra. Una volta c’era, era un Pendolino e la Roma fu campione. Ma Dodò sta crescendo. E chissà che un giorno tutto d’oro…