(A. Austini) – La sentenza dello spareggio-Champions è fin troppo severa ma insegna tante cose alla Roma. La prima:partite del genere non ti permettono di iniziare con le gambe molli i due tempi. La seconda: sbagliare l’impossibile davanti alla porta si paga carissimo. Lo sa bene, invece, la spietata banda di Mazzarri che vince perché più brava a castigare l’avversario al minimo errore e perché davanti ha un campione infallibile e maturo come Cavani. La Roma crea, corre, spreca, il Napoli raccoglie i gol del Matador, nuovo capocannoniere del campionato a quota 16. Gli azzurri si portano a casa un pezzettino di Champions tornando al terzo posto a +5 dai giallorossi in attesa, magari, di recuperare i due punti tolti per le scommesse. Totti & Co. restano di nuovo impantanati al termine di una partita in cui hanno davvero poco da rimproverarsi dal punto di vista del gioco. Capitano compreso: lui ha inventato tutto il possibile per i compagni che non hanno mai finalizzato. Jet-lag e storie varie c’entrano ben poco: la differenza l’ha fatta la cattiveria di Cavani (nuovo capocannoniere del campionato) contro la sagra degli errori di Destro. Zeman ha scelto lui perché più allenato e presente nella tournée di Orlando a differenza di Osvaldo. Decisione ineccepibile dal punto di vista delle regole, ma quando poi vedi entrare l’argentino che segna l’unico gol giallorosso il dubbio ti viene eccome. Male anche De Rossi, Pjanic dura un tempo, Lamela è quasi uno spettatore.
Nel Napoli l’ex laziale Pandev è preferito al fresco sposo Insigne, il pupillo del boemo a Foggia e a Pescara. Ed è una mossa giusta, visto che il macedone e tra i migliori dei suoi negli spazi lasciati dietro dai giallorossi. Mazzarri le ha studiate davvero tutte, compresi gli innafiatoi nel pre-partita che non piacciono alla Roma: i dirigenti hanno chiesto all’ispettore di Lega se fosse normale un campo così bagnato. In ballo c’è tanto, i risultati del pomeriggio aumentano il valore di una sfida che alla lunga può risultare decisiva. La partita non bellissima all’inizio più per «colpa» del Napoli che decide di aspettare la Roma e sfruttare ogni suo piccolo errorre per scatenare il suo micidiale contropiede. Detto, fatto, i padroni di casa passano subito con Pandev che buca la difesa giallorossa scoperta e trova Cavani: il Matador gol così non li sbaglia mai e castiga per la prima volta la Roma al San Paolo. È solo l’inizio. Il Napoli si rintana dietro e riparte, la banda di Zeman attacca a ritmi troppo lenti per venti minuti abbondanti. Ma quando innesta la marcia giusta e inizia a verticalizzare il suo gioco la gara si accende. Dopo la punizione di Cavani è Destro a diventare il protagonista in negativo: Totti lo mette in porta due volte, ma prima De Sanctis lo blocca, poi il tiro è troppo debole. Se il Napoli arriva all’intervallo in vantaggio lo deve comunque al suo portiere che si supera su Pjanic e dice no anche a Lamela Poi è ancora il portiere azzurro a fermare la conclusione del bosniaco.
ll secondo tempo inizia come il primo. Dormita di Piris, Cavani vince il flipper in area e segna con astuzia e fortuna: la deviazione di Balzaretti è decisiva. Hamsik si pappa il tris, Piris si immola su Cavani e la Roma tramortita resta a galla in qualche modo. Destro no: Totti lo rimette in porta e lui risbaglia di nuovo. Automatica la sostituzione con Osvaldo. I giallorossi ci credono ma non segnano neppure quando costruiscono tre occasioni in una: il destro finale di Bradley a porta vuoto termina a lato e fa esplodere di gioia De Sanctis e il San Paolo. Cavani fa il tris personale su azione di angolo, ma la Roma ha ancora la forza di reagire e la butta dentro con Osvaldo. Mancherebbe ancora un quarto d’ora ma Pjanic si prende il secondo giallo che chiude la partita e gli farà saltare la delicata trasferta di Catania. Bradley ci prova un altro paio di volte, il Napoli resiste, trova il poker con Maggio e alla fine canta a squarciagola O’ Surdato Nnamorato.