(A. Serafini) Non serviva il triplice fischio di Giannoccaro per rendere l’aria ancora più pesante al Dall’Ara. La Roma, i presupposti, aveva già deciso di portarseli da casa. Il ciclone Zeman ha spazzato i corridoi di Trigoria investendo la dirigenza capeggiata da Franco Baldini, colpito a freddo dal suo allenatore proprio nel momento più complicato della stagione. Risultati e prestazioni sarebbero passati anche in secondo piano rispetto a quelle accuse, per niente velate, di una gestione passiva del gruppo.
Un principio quello della disciplina e delle regole, che l’avvento della nuova dirigenza nella Roma americana ha sempre messo al primo posto. E anche se, ricordando la scorsa stagione, il rigore di certe decisioni è tornato dietro come un boomerang, le posizioni non sono cambiate. La replica infatti non si è fatta attendere, perché il Baldini arrivato a Bologna poche ore prima della gara, era pronto a controbattere il secondo atto della «guerra civile in corso». «La disciplina non si ottiene con le regole scritte, che peraltro ci sono, ma dai comportamenti e dalla credibilità che si riescono ad ottenere giorno per giorno». Il dissidio interno che si sta consumando tra scarico di colpe e responsabilità, colpisce ovviamente una parte della rosa, definita dal proprio tecnico poco dedita al sacrificio e all’impegno in generale.
Una posizione, su cui il direttore generale è in totale disaccordo: «Se parliamo dell’ambito professionale, credo che il comportamento della squadra sia da sottoscrivere. Noi siamo contenti dei nostri giocatori: a parte un paio di episodi di incontinenza verbale, che comunque mi pare riguardano non soltanto i calciatori, ma anche allenatori e dirigenti. Penso che quello di Zeman sia un invito a fare di più e come tale lo accogliamo». Baldini parla mentre Francesco Totti e compagni sono ancora in campo per il riscaldamento, non potendo prevedere che il risultato finale avrebbe reso ancor più aspro il momento: «È sotto gli occhi di tutti che una squadra con questo tipo di potenziale tecnico, decisamente potrebbe aspirare di più rispetto ad un settimo posto in classifica. Sono sempre stato abituato che all’interno di una struttura è sempre meglio essere avvocati difensori, che giudici. Anche perché poi il tempo per essere giudicati prima o poi arriverà».
A fine gara però, la Roma torna verso casa con un punto e una posizione persa in classifica: Baldini si ritira a Reggello (tornerà nella Capitale stamattina), proprio mentre il gruppo riprende il treno verso casa. Sabatini riguarda la partita sul tablet, Zeman schiaccia un sonnellino senza l’ombra di un confronto diretto tra le parti. Una situazione di stallo, che però può cambiare da un momento all’altro. Oggi per Zeman e i dirigenti sarà tempo di incontrarsi e di discutere le incomprensioni e le conseguenti contromisure da prendere. La Roma fino a ieri notte non pensava all’esonero del boemo, anche perché l’unica soluzione sarebbe un traghettatore, uno alla Malesani per intenderci. Quindi la soluzione ritenuta più idonea sarebbe quella di rimandare il divorzio a fine stagione, per puntare poi su un nuovo tecnico per ricominciarie da capo un percorso più lungo, per esempio Allegri.
Alle 13 Sabatini approfitterà della presentazione dell’ultimo arrivato Torosidis per rispondere alle domande della stampa anche in merito alla vicenda. In attesa di novità quindi, l’arrabbiatura di Baldini avrà bisogno ancora di tempo per essere sbollita, tanto da non lasciar seguito neanche alle frecciate continue di Lotito sulla gestione romanista. In casa Roma c’è altro a cui pensare.