(M. Pinci) – Sembra quasi di sentire l’orchestrina del Titanic nella sala stampa di Trigoria, mentre la Roma si accartoccia su se stessa scontrandosi con le parole-iceberg del suo stesso allenatore: Zdenek Zeman. Un pretesto banale, l’intervista «inopportuna» di Stekelenburg, fa saltare gli equilibri già precari con l’establishment romanista: «Non abbiamo regole — il gancio del tecnico — manca un regolamento scritto. E di solito di questo si occupa la società. Con loro ne parlo dall’inizio, i giocatori non sanno quello che possono o non possono fare e quindi gli va spiegato».
Ne ha per tutti il boemo, dal management alla rosa, contro cui sfoga anche una sarcastica scossa di accuse per l’impegno in allenamento:«Non si è potuto lavorare insieme per pioggia, influenze e infortuni anche meno gravi. Speriamo il prossimo anno cambi il tempo, o si facciano vaccini, ma soprattutto cambi lo spirito, serve sacrificio. Il problema sono le abitudini». Come reagirà la squadra oggi a Bologna (ore 12.30)? Se lo chiede la dirigenza, furiosa: oggi previsto a fine match un colloquio decisivo tra Sabatini e il tecnico, isolatosi contro tutti sul ponte di comando: ma per quanto? Il divorzio a giugno è annunciato (Zeman può tornare a Pescara), ma anche un addio in corsa non è più da escludere.