(M.Pinci) L’amore era finito da tempo, adesso immaginare un futuro insieme appare davvero difficile. Se non impossibile. A Trigoria, dopo la sconfitta di Catania, ieri è stato il giorno dei confronti: mai così duri, quelli tra Baldini e Sabatini e Zdenek Zeman. Scelte discutibili, a cominciare dall’esclusione di Daniele De Rossi, ma anche la gestione di una squadra che manca di continuità, fatica a imporre il proprio gioco per 90 minuti, intrappolata in una pericolosa altalena di risultati e lontanissima dalle posizioni di vertice per cui invece era stata costruita. solo alcuni dei motivi per cui il tecnico è stato chiamato a rapporto.
Sulla qualità dell’organico i dirigenti non hanno dubbi e allora gli 8 punti dal terzo posto (giovedì potrebbero diventare 10) sembrano davvero troppi. E al d.g. così come al d.s. sono piaciute poco anche le dichiarazioni del dopo partita, tra accuse neanche troppo velate del tecnico ai giocatori «solisti» e motivazioni discutibili sull’esclusione di De Rossi («Non può giocare se non c’è Pjanic») che hanno lasciato di sasso anche il centrocampista. Per questo il club ha parlato con Daniele, cercando di rassicurarne l’umore nero dopo l’ennesima esclusione. Quasi una scelta di campo. In fondo se tecnico e centrocampista il rapporto è nullo, anche la “simpatia” tra Zeman e i manager non è mai decollata, solo per usare un eufemismo. La giornata dei faccia a faccia non è però finita così: inevitabile una strigliata, anche piuttosto dura, al “ribelle” Marquinho, colpevole una volta sostituito di aver rivolto frasi offensive all’indirizzo dell’allenatore e del suo vice, Cangelosi. Un comportamento inaccettabile cui potrebbe seguire un’ammenda.
A Destro invece, dopo l’ennesima domenica di errori, Sabatini ha chiesto di tirare fuori gli attributi dimostrando sul campo il proprio valore e di valere ciò che la Roma pensa di lui. Confronti anche con Bradley, il più vicino per cultura e lingua alla proprietà Usa e con Burdisso, riconosciuto leader dello spogliatoio. Anche per l’assenza di Totti, ieri al Campus Biomedico per accertamenti che hanno riscontrato una elongazione alla coscia sinistra che lo costringerà a restare fuori contro la Fiorentina, domani, quando mancheranno anche Osvaldo e Lamela squalificati. E lo tiene in dubbio anche per l’Inter: i guai non vengono mai soli.