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LA REPUBBLICA Zeman al ritmo di Luis Enrique: “Il problema sono i risultati”

Zeman

(M. Pinci) – «I risultati cominciano a diventare un problema». Se ne è accorto anche Zeman: il 2013 regala a Catania la seconda amarezza in due settimane, soprattutto continua ad allontanare le posizioni di vertice. Il podio che vale la Champions è lontano otto punti: saranno addirittura dieci se giovedì la Corte Federale restituirà al Napoli i due di penalizzazione. Un solco profondissimo in cui sono precipitati i “si può fare” del boemo e le speranze della società. L’attacco non segna più in trasferta, solo 5 gol nelle ultime 5 gare, la difesa in compenso resta la penultima — al netto dei risultati a tavolino — di tutto il campionato. Dopo 20 partite, il cammino della Roma coincide pericolosamente con quello dello scorso anno nonostante la rivoluzione 2.0 dell’estate, costata 40 milioni e chiusa in rosso per 16.

Quelli spesi per Destro, che anche in Sicilia ha stupito per una limpida capacità di sbagliare gol fatti. «Dipende dalla voglia di dimostrare di essere un grande giocatore. E lui in questo momento non ci crede», il pensiero firmato Zeman. Simile a quello di Baldini: «Ha qualità per diventare un campione. Ma non lo è ancora, per esempio perché non realizza questi gol. In questo ragazzo però credo tantissimo». E non solo in lui: «Cedo nella squadra e nell’allenatore, ha la nostra fiducia. Ma a fine anno faremo i conti». Anche zemanlandia passerà per il giudizio del campo. E se addio fosse potrebbe non essere il solo: «Il responsabile se le cose non saranno andate bene sarò io — spiega il d. g. — ho potuto fare liberamente le scelte che ho voluto ». Lasciando, per la stessa filosofia, libertà anche al tecnico.

Zeman a Catania l’ha usata per escludere De Rossi: assenza sommata a quella per squalifica di Pjanic e per infortunio di Osvaldo prima e Totti poi:«Ma Daniele mi serve regista se in campo ho Pjanic. Con Bradley e Florenzi avevo bisogno di Tachtsidis». Il problema, allora, per l’allenatore è un altro: «Il problema nostro è giocare da squadra che vuole i primi posti». E ancor di più farlo senza Totti: «Pensavo ce la facesse, ma non se l’è sentita per non compromettere le prossime partite». Forse il primo attacco, ma il capitano è in forte dubbio per Fiorentina e Inter.

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