(F. Maccheroni) – Zeman si è esonerato, a parole e in campo. Baldini fa come Silvan, mostra il cilindro vuoto, ma dentro ha il coniglio. Dice che Zeman non sarà esonerato, ma in serata a Trigoria parla con Sabatini e sembra che facciano l’elenco dei tecnici liberi (addirittura Malesani e Giampaolo, pensate). E adesso torna alla mente il giro di campo di Giannini nel pre-gara con l’Inter. Si pensa anche a lui. La Roma, intanto, è ottava in classifica e resta al palo, ultimo totem di Zeman. Senza i tre pali della Fiorentina sarebbe fuori dalla Coppa Italia, senza i due di ieri (e senza contare i tre autogol di Soren- sen), sarebbe a pari punti con l’Udinese. Zeman non ha capito quello che Sacchi aveva intuito tanti anni fa: un certo tipo di gioco, di calcio non è finito, è sepolto. Zeman è un allenatore superato, ma non se ne rende conto. È astioso. Accusa tutti: giocatori, società, avversari, giornalisti, tifosi, pioggia, freddo. Manca Dio, ma ci forse ci sta pensando. Sta deprezzando i giocatori e la Roma. Detto questo, Baldini da questa vicenda sta uscendo peggio del tecnico: lui l’ha voluto, lui lo sta trattenendo. Non è da Baldini seppellirsi così.