(F.Balzani) – «Stiamo valutando tutto, anche un allontanamento di Zeman». Per gettare il boemo giù dalla torre mancava solo il pugno di Sabatini, che ieri ha praticamente esonerato il tecnico. «Zeman era stato scelto in maniera quasi euforica (qui il primo di tanti verbi al passato, ndr) pensando che avrebbe fatto valere un calcio arrogante, prepotente. Lo abbiamo lasciato lavorare, lui ha capito le potenzialità di calciatori come Lamela e lanciato 18enni». Poi le mazzate: «Siamo poco soddisfatti rispetto a quello che la squadra riesce a produrre. Tra i problemi c’è l’incancrenirsi di alcuni rapporti che da parte di Zeman non sono sentiti come cancerogeni, ma dall’altra parte sì e si crea confusione. Serve una normalizzazione e vanno recuperati dei giocatori».
Poi Sabatini imita Baldini: «La disciplina è appannaggio dell’allenatore e lui lo sa bene». Zeman non ne è convinto. Ieri ha preferito evitare confronti con i dirigenti (Baldini è tornato solo in serata), che dovrà affrontare stamattina. Difficilmente il boemo accetterà l’invito a cambiare registro(«Non è escluso un rimpasto e un governo Zeman 2», ha detto Sabatini). Restano da capire modi e tempi dell’addio. Sabatini prende tempo: «La riflessione durerà oltre venerdì. Se mi chiedete se Zeman sarà in panchina anche dopo il Cagliari non vi rispondo». La caccia al sostituto continua. Il ds dà qualche indicazione: «La Roma ha bisogno di un allenatore normale che abbia carisma e riesca a coinvolgere chi lavora intorno a lui». L’identikit porta ad Allegri (da luglio). Per l’immediato ci sono Blanc, ex ct della Francia, o a una soluzione interna. Zago, collaboratore di Zeman, è in vantaggio su Giannini che ieri ha però smentito ogni contatto. In seconda fila Tovalieri e Malesani che arriverebbe a Roma con l’ex-giallorosso Sella. Lontano Panucci («Mi si stringe il cuore, ma resto con Capello»).