(F.Balzani) – «Insieme a Zeman per combattere le nostre battaglie». Lo ha detto ieri Sabatini, proprio colui che 24 ore prima parlava al passato del boemo e auspicava «un allenatore normale e di carisma» (non trovato) pur contemplando un’ipotesi di rimpasto di governo. L’ennesimo colpo di scena è arrivato al termine di una giornata iniziata con l’atteso confronto di un’ora tra tecnico e dirigenza.
Zeman ha fatto il suo ingresso nella sala bunker di Trigoria alle 13 col volto teso e gli occhi lucidi. Baldini e Sabatini (ma anche Zanzi e Fenucci) gli chiedono di cambiare registro: «Fai l’allenatore, non il guru». L’aspetto più importante, che ha fatto esplodere la bomba, riguarda però le esternazioni pubbliche su regole e disciplina. «Volevo dare un segnale e chiedere supporto. Allenerò al meglio», la risposta del boemo.
Zeman ha quindi accettato le disposizioni, rinunciando in parte al suo personaggio ed è uscito sereno («mi si è raffreddata la pasta», la battuta) da un confronto che poteva segnare la fine della sua avventura prima di dirigere l’allenamento pomeridiano. Dopo la seduta ha incassato la conferma ufficiale. Fino a giugno quando probabilmente verrà sostituito da Allegri. Da qui il rifiuto di Malesani a un contratto di 4 mesi e di Blanc, che chiedeva un accordo di un anno e mezzo almeno.
La reazione della squadra: fredda come quella dei tifosi, pochi fuori i cancelli. Caldi sono rimasti gli animi dei dirigenti. Sabatini, intravisto da una finestra, passeggiava nervosamente consumando sigarette come bruscolini prima di annunciare la conferma: «Si era acceso un dubbio sulle sue dichiarazioni che abbiamo voluto risolvere. Ha voglia di andare avanti con questa squadra. L’esonero? Abbiamo rimosso il dubbio, che era potente e ci ha turbato».