C’è una cosa, tra le tante, che dispiace più di altre in questo periodo di risultati altalenanti (eufemismo) e di prestazioni che per vari motivi non lasciano il segno, pur rubando l’occhio a tratti e producendo, in termini di occasioni da goal, più degli avversari: il fatto che la Roma non sembra arrabbiata, quindi intenzionata a ricompattarsi per offrire una risposta veemente alla sfortuna e agli errori di Napoli e Catania. Appare invece un po’ più di prima in balia degli umori, dei personalismi: la reazione di Marquinho dopo la sostituzione al “Massimino” potrebbe rappresentare una spia in questo senso: se anche un giocatore che non è tra i più rappresentativi nella gerarchia dello spogliatoio si permette una reazione del genere, particolarmente dura nella gestualità nei confronti dello staff tecnico, cosa realmente sta succedendo all’interno del gruppo? Questo interrogativo, al quale chiaramente speriamo dia una risposta positiva la prestazione di stasera al “Franchi”, vale al di là di quella che è stata la decisione di escludere il brasiliano per la trasferta di coppa. L’impressione, che anche in questo caso ci auguriamo fallace e frutto di eccessivo pessimismo, è che sia da ingenui aspettarsi una reazione della Roma, un riscatto, una prestazione che, a maggior ragione nella partita secca di stasera, ci faccia dire che la squadra ha reagito, che ha dato tutto e che si sono visti sintomi di voglia di riscatto, che automaticamente sarebbero il segnale di uno spogliatoio comunque compatto, votato alla causa e che di conseguenza evidenzierebbe ancora fiducia nella guida tecnica.
Se dovessimo giudicare dal campione di pareri che chi scrive ha a disposizione grazie al suo quotidiano lavoro radiofonico e credo valga anche per altri editorialisti di Gazzettagiallorossa.it, diremmo che nella tifoseria, perlomeno in quella fetta che si esprime attraverso le radio, c’è più che altro disincanto, sfiducia rispetto a questa questione: il tifoso della Roma sembra non riuscire a fidarsi del tutto della voglia della squadra di risalire la china dopo le frustrazioni e il ritardo accumulato in classifica nelle prime uscite del 2013. La gara di stasera in un certo senso capita a fagiolo: un’ avversaria forte (che però anche lei ha iniziato l’anno con battute a vuoto), uno stadio ostile (anche se di sarebbe dovuto giocare nel nostro), un tipo di partita che non ammette repliche: non parliamo di partite della vita, per carità! Non ha mai portato altro che delusioni. Parliamo però di occasione, questo si; occasione di mostrare reazione e compattezza, due aspetti nei confronti dei quali chi segue la Roma non ha, in questo periodo, molte certezze.
Paolo Marcacci