(J. Manfredi) I giallorossi, senza Totti e Osvaldo, mancano occasioni a ripetizione nel primo tempo e, nella ripresa, s’inchinano agli etnei che vincono di misura grazie a un gol dell’argentino
CATANIA – Il Massimino si conferma ostico per la Roma che per il 6° anno consecutivo fallisce l’obiettivo vittoria e torna a casa con un ko pesantissimo che l’allontana, forse in maniera definitiva, dalla corsa alla Champions League. Un inizio di 2013 davvero da dimenticare per la squadra di Zeman che dal 3° posto sfiorato prima di Natale è precipitata ora a -8 dal Napoli nel giro di una sola settimana.
ROMA, ASSENZE PAGATE CARE – La Roma ha evidentemente pagato l’assenza di Totti ed Osvaldo. La squadra ha mancato a ripetizione l’occasione per sbloccare il risultato nel primo tempo e, come spesso le capita, nella ripresa si è fatta infilare dagli avversari, bravi a sfruttare nel migliore dei modi il primo e praticamente unico errore difensivo dei giallorossi.
CATANIA, BUONA GESTIONE DI GARA – Il Catania ha avuto soprattutto il merito di gestire benissimo il vantaggio. Una volta trovato il gol con Gomez ha chiuso tutti i varchi e con la regia di un più equilibrato Paglialunga, lanciato nella mischia da Maran al posto di Salifu, ha trovato il modo per non dare alla Roma il campo necessario per rendersi pericolosa.
ROMA SCIUPONA PER 45′ – Senza Pjanic, squalificato e Osvaldo, infortunato, Zeman in extremis si è visto costretto a rinunciare anche a Totti, alle prese con un problema muscolare. Di conseguenza ha allestito un tridente inedito e improvvisato con Marquinho esterno alto. In più ha bocciato di nuovo De Rossi riaffilando le chiavi della regia a Tachtsidis. Mossa indovinata visto che il greco è apparso da subito uno dei più ispirati insieme a Florenzi. La Roma ha costruito palle gol a grappoli (10 nei primi 45′) avvertendo però moltissimo la mancanza di Osvaldo e Totti. Destro si è dato da fare ma in almeno tre occasioni non ha trovato il modo per superare Andujar da buona posizione, lo hanno imitato malamente Bradley e Florenzi, incapaci di centrare lo specchio da ottima posizione.
GOMEZ COSTANTE SPINA NEL FIANCO – E il Catania? La squadra di Maran non è rimasta di certo a guardare. Attenta, innanzitutto, a non concedere varchi per gli inserimenti agli avanti giallorossi, ha affidato principalmente a Gomez e Bergessio il compito di darle profondità. Ma se il secondo ha, al massimo, avuto mezzo pallone giocabile, il primo si è ritrovato sui piedi, ai 25 mt, due buone occasioni, non capitalizzate per un pizzico di imprecisione di troppo.
BERGESSIO CREA, GOMEZ FINALIZZA – I due, comunque, si sono rifatti in avvio di ripresa: Bergessio ha lanciato sul filo del fuorigioco Gomez che con un morbido pallonetto ha scavalcato Goicoechea in uscita. Chi si aspettata una replica rabbiosa della Roma è rimasto deluso. La squadra di Zeman è apparsa improvvisamente stanca e svuotata e a nulla sono serviti gli innesti di Marquinhos per l’infortunato Piris e Dodò per Marquinho per rivitalizzarla.
DODO’ E MARQUINHOS MANCANO IL PARI – Il Catania non ha rischiato nulla fino al 90′ quando, in 1′, la Roma ha avuto, se non altro, un sussulto d’orgoglio mancando un paio di buone occasioni con Dodò, smarcato in area da Bradley e con un colpo di testa di Marquinho sugli sviluppi dell’angolo successivo. Troppo poco, però, per evitare il ko. Mercoledì a Firenze in Coppa Italia, Zeman, a questo punto, si troverà già costretto a dover salvare la stagione.