(Tuttosport) – Tutto in quattro giorni. Come nel maggio 2010, quando l’Inter ha iniziato la rincorsa al Triplete battendo la Lazio 2-0 (gara passata alla storia per l’invito dei tifosi biancocelesti a lasciar strada ai nerazzurri) e poi sconfiggendo la Roma nella finale di coppa Italia (gol partita di Milito), appuntandosi al petto il primo titulo di quella formidabile primavera. Il paragone, non è azzardato perché sbancando Roma, Andrea Stramaccioni potrebbe scavare un solco tra sé e i giallorossi estromettendo un avversario alquanto pericoloso dalla lotta al terzo postoe, qualora dovesse ripetersi nella semifinale d’andata di coppa Italia, avvicinerebbe sensibilmente la possibilità di tornare all’Olimpico a fine stagione per giocarsi il primo trofeo da allenatore dell’Inter. […]
MAXI RITIRO A rendere ancor più forte la suggestione, la decisione, da parte di Stramaccioni, di restare a Roma fino al match di coppa Italia, un maxi ritiro per mantenere alta la concentrazione della truppa e per dimostrare come per l’Inter la coppa, in questa fase della stagione, conti tanto, quanto il campionato. I problemi per l’allenatore sono ben altri, ovvero un mercato ancora in stand-by (tutto è appeso alle decisioni di Sneijder) dove i suoi desiderata non sono ancora stati soddisfatti. Perché Strama, per ora, ha avuto soltanto il vice Milito (Rocchi) ma attende ancora il laterale destro (Schelotto), il vice Handanovic (Carrizo) e quel centrocampista che dovrebbe dare qualità alla squadra avendo caratteristiche diverse rispetto a quelli attualmente in rosa (i sogni portano tutti a Paulinho). […]
CASSANO CI PROVA L’ultimo giocatore ad andare ko è stato Cassano. Infortunio di poco conto il suo (risentimento all’adduttore della coscia sinistra), tanto che l’interessato proverà a essere disponibile almeno per sedersi in panchina anche se ogni decisione verrà presa con la massima cautela considerato che l’Inter non può permettersi che il risentimento possa aggravarsi fino a diventare uno stiramento con annesso rischio di perdere a lungo l’unico giocatore, in assenza di Sneijder, in grado di far cambiare marcia alla squadra. In quest’ottica, va ascritta pure la prudenza nel gestire Milito, Coutinho, Alvarez e Obi, quest’ultimo l’unico che dovrebbe essere in panchina all’Olimpico. Problemi che esistono pure in difesa dove Chivu gioca sul dolore, Samuel è ko per un guaio al tendine (e il precedente Stankovic non invita certo a essere sereni) e Silvestre è stato tolto dal mercato per cause di forza maggiori. Tanti buoni motivi, uniti alle precarie condizioni di Rocchi (ancora arrugginito, come ha provato il match di coppa Italia col Bologna per i tanti mesi di inattività), per presentarsi a Roma con un’Inter di incursori con Palacio unica punta e Guarin più Cambiasso pronti a inserirsi tra le linee giallorosse. Un’Inter tutta cuore, sangue e contropiede, proprio come piacerebbe a Mourinho che, proprio all’Olimpico, ha mosso il primo passo nella leggenda.