Che cos’è mai la sfiga, perché si accanisce così, sempre con gli stessi, da dove viene la sfiga, se non da una troppo morbida e arrendevole disposizione alla vita? Come fa la Roma a perdere questa partita?Come fa a tollerarlo? Una partita in cui tira in porta e crea occasioni due, tre volte più dell’avversaria. Questa, così come tante altre negli ultimi due anni. Che in panchina ci siano asturiani, boemi o toscani, non cambia. Come può consegnare umiliazioni del genere alla propria storia di uomini e calciatori?
Esulto all’inizio. La formazione iniziale è la migliore possibile. Libera da dogmi e rancori. E’, sembra, la vittoria del buonsenso. Giocano i migliori, in campo il talento e la personalità. Ma poi, eccola, insopportabile, maledetta, la morbidezza. Cross morbidi, tocchi morbidi, fraseggi morbidi, tiri e rigori morbidi, anche quando devi solo spaccare il mondo. Vero Pjanic? De Rossi deve tornare calciatore nella testa, che poi verranno le gambe. Osvaldo vuole essere un eroe rock o una macchietta rock? Dice d’ispirarsi a Keith Richards, ma a volte sembra Boy George. E lì in questo malinteso estetismo parrocchiale che la Roma attira su di sé la furia cieca della sfiga.
Fonte: Corriere Dello Sport